ELETTRA GULLE'
Cronaca

Firenze: aggressione fuori da scuola per una ragazza. Intera classe a casa, lezioni da remoto

“Devo proteggere i miei ragazzi”, spiega la dirigente Cellai. Al centro del grave episodio la gelosia nei confronti di una studentessa

Alcuni dei ragazzi sono stati portati al pronto soccorso

Alcuni dei ragazzi sono stati portati al pronto soccorso

Firenze, 14 marzo 2023 - Tutta la classe in Did per garantire l’incolumità dei ragazzi. Succede in una terza dell’alberghiero Buontalenti, dopo che ieri pomeriggio tre studenti sono stati picchiati all’uscita di scuola. “Un’aggressione annunciata”, racconta la dirigente scolastica, Maria Francesca Cellai, che in attesa di “chiarire meglio i contorni dell’inquietante vicenda” ha preferito tutelare i suoi alunni che, dunque, da domattina seguiranno le lezioni da casa. Fino a venerdì. I prof saranno invece regolarmente in classe.

Ma riavvolgiamo il nastro. Ieri, all’uscita di scuola, tre studenti dell’alberghiero sono stati aggrediti da cinque persone estranee alla scuola. I responsabili, dopo aver picchiato i ragazzini, sono fuggiti. “Le famiglie che erano venute a prendere i figli hanno anche tentato di dividere i ragazzi, di salvarli dai picchiatori - racconta la preside -. Genitori e studenti si sono poi tutti rifugiati a scuola. Abbiamo medicato i feriti e subito avvisato le forze dell’ordine”. Gli aggressori avrebbero tra i 22 i 23 anni. E sarebbero dell’est Europa. Due degli aggrediti sono andati al pronto soccorso di Torregalli. Uno invece ha rifiutato l’intervento dei sanitari. Grazie al cielo i tre ragazzi hanno riportato minime lesioni.

Ma come si è arrivati a tutto questo? La preside, che stamani ha parlato molto con alcuni ragazzi della classe, ci spiega tutto per filo e per segno: “Tutto pare nato da uno scherzo - dice -. Al centro della questione c’è una ragazzina, studentessa di quella classe, fidanzata con uno dei cinque violenti. Ebbene, giorni fa un compagno avrebbe per gioco mandato un messaggino fasullo, dal cellulare della ragazza, al fidanzato”. Un messaggio nato sicuramente per far ingelosire l’uomo. A nulla sarebbero valse le spiegazioni della giovane, alla quale era stato sottratto lo smartphone per questo ‘gioco’ poi finito a botte e calci.

“Venerdì scorso un alunno di quella classe, probabilmente l’autore dello scherzo, ha ricevuto un messaggio terribile - racconta sempre la preside -. C’era scritto che lunedì (ieri, ndr) sarebbe stato picchiato”. Il ragazzino, impaurito, ha condiviso il Whatsapp di avvertimento nella chat di classe. “Ma nessuno ha parlato a casa o a scuola. Altrimenti, noi avremmo subito chiamato una volante”, non si capacita la preside. Ieri il destinatario del messaggio non è venuto a scuola. Per paura. Ma il fidanzato della studentessa è stato di parola. Si è presentato all’uscita, con quattro amici. “Se l’è presa con altri tre compagni, scelti a caso - riferisce Cellai -. Tramite Instagram, mi hanno spiegato i ragazzi, è stato facile per il gruppetto di violenti riconoscere i ragazzi della classe. È stata una scena terribile. Un pestaggio, un’aggressione in strada”. Per fortuna gli studenti pestati hanno riportate lesioni minime. Ma la paura è stata tantissima. Stamani sia la ragazzina che gli studenti aggrediti non erano a scuola.

“Mi sono confrontata tanto con alcuni compagni. Ho parlato loro di Niccolò Ciatti e li ho fatti riflettere sul rischio corso. Cosa sarebbe successo se avessero ricevuto un forte colpo ad una tempia?”, dice la preside. Che aggiunge: “Mi lascia senza parole il fatto che tutta la classe sia stata zitta. Di fronte a quel messaggio minaccioso, nessuno ha avuto la percezione del rischio imminente. Questi ragazzi sono così abituati a navigare in rete che non sanno più camminare nel mondo reale”. “Non si pensava che potesse accadere sul serio…”, si sono stretti nelle spalle, stamani in presidenza. “Nei prossimi giorni li chiamerò uno ad uno - promette la preside -. Intanto li tengo qualche giorno a casa per provare a rasserenare gli animi e, soprattutto, per proteggerli. Del resto, già stamani alcuni genitori hanno preferito non mandare i figli in classe….”.