FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Centro Nato a Firenze, da luglio operativo senza mezzi militari. Cosa farà per un anno

La Divisione Vittorio Veneto nella caserma Predieri guiderà la componente terrestre della forza multinazionale nell’Europa del sud. Al termine dell’incarico potrebbe diventare presidio permanente

Centro Nato a Firenze, da luglio operativo senza mezzi militari. Cosa farà per un anno

Firenze, 23 giugno 2025 – Comando e controllo. Sono le parole chiave per la gestione di ogni operazione militare. Per il comando e il controllo servono strutture protette, ad alto contenuto tecnologico, capaci di difendersi da attacchi non solo fisici, ma anche telematici. Una delle eccellenze nel campo della Difesa nazionale è la Divisione Vittorio Veneto, che ha sede a Firenze nella caserma Predieri, scelta dallo Stato maggiore della Difesa per guidare la componente terrestre della forza multinazionale della Nato (Allied reaction force) dal prossimo 1° luglio. Proprio per mettere a punto tecniche e procedure, i militari della Vittorio Veneto si sono esercitati in Toscana con un test a premessa di un possibile impiego.

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Militari della Vittorio Veneto impegnati nell'ultima esercitazione

In caso di intervento, sono tre i posti di comando che vengono allestiti, tutti con protezione dalle varie tipologie di minaccia, interconnessi e intercambiabili tra sé. Un lavoro impegnativo che i militari stanno portando avanti da mesi, e culminato appunto in questi giorni con l’esercitazione tenutasi a cavallo tra Firenze, il senese e la Maremma.

Con il nuovo incarico inerente la pianificazione dell’attività in caso di necessità la “Vittorio Veneto” avrà alle dipendenze diverse Unità, sia nazionali che dei Paesi membri dell’Alleanza, ma non è prevista la presenza di mezzi pesanti o artiglieria. Alla Predieri ci sarà solo un centro di comando e controllo. Una delle Unità coinvolte sarà la Brigata Alpina “Julia” che, oltre ad alcuni dei suoi reggimenti, si avvarrà – tra l’altro – anche di un battaglione turco e di uno spagnolo.

I militari, circa 850 persone suddivise fra comando divisione, 78° reggimento “Lupi di Toscana”, Brigata Alpina “Julia”, 1° e 7° reggimento trasmissioni, 187° reggimento Paracadutisti, in questi giorni hanno risposto all’allerta di intervento simulato allestendo posti comando protetti e difesi, connessi a distanza di chilometri per governare uno scenario nel quale era necessario mettere sul campo truppe. Scenari di difesa contemporanea che sono sempre più legati alle capacità logistiche di coordinamento dei reparti. Per questo sono fondamentali la velocità di dispiegamento (e riposizionamento) degli equipaggiamenti dei posti comando e dei sistemi di comunicazione per la Divisione che ha sede alla caserma Predieri di Firenze, che in prospettiva potrebbe diventare parte permanente del comando multinazionale ‘Division South’ della Nato, che attualmente si trova in Romania.

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In attesa di capire la prossima assegnazione, i militari della Vittorio Veneto prosegono a testare mobilità, resilienza, capacità di coordinamento da più postazioni, avendo un impatto logistico ed elettromagnetico limitati. Dal primo luglio entreranno nella gestione per un anno della ARF della Nato, una forza multinazionale in grado di essere schierata con brevissimo preavviso per svolgere un’ampia gamma di missioni.

Molte delle sfide attuali, come la guerra ibrida, il terrorismo e gli attacchi informatici, richiedono una risposta coordinata tra terra, aria, mare, e adesso anche l’etere. Per questo la forza internazionale include elementi di fanteria, aeronautica, marina, delle forze speciali e appunto reparti per la difesa cibernetica e spaziali, forniti dai Paesi membri della Nato attraverso un sistema di rotazione. La globalizzazione delle minacce è ormai una realtà. La tecnologia, soprattutto quella a basso costo, ha rivoluzionato completamente gli schemi e le modalità di combattimento; i cyber attacchi sono diventati ormai una minaccia dalla quale occorre difendersi. Con la guerra in Ucraina e il Medio Oriente in fiamme, le instabilità nel Mediterraneo, in particolare nel nord dell’Africa, spingono la Difesa a rafforzare il fronte sud est. E l’Italia, in questa partita, gioca un ruolo determinante.