EMANUELE BALDI
Cronaca

Effetto Venezia a Firenze, la rendita si allarga in periferia. "Questa città sta morendo, serve coraggio per cambiare"

Il turismo detta legge e avanza fuori dal centro storico stravolgendo abitudini e togliendo servizi. L’analisi di Gurrieri: "I fiorentini in fuga, per riportarli servono collegamenti veri con l’hinterland"

Il mercato immobiliare

Firenze, 3 giugno 2023 – “Mi chiede se Firenze rischia di fare la fine di Venezia? Ma l’ha già fatta, i fiorentini non esistono più... Provi a attraversare piazza del Duomo senza prendere una gomitata, non ci riuscirà".

Francesco Gurrieri, architetto e urbanista di fama, della città conosce spigoli e sospiri e soprattutto, negli anni, l’ha seguita nelle sue trasformazioni. Radicali, vorticose.

Una città con un centro storico che si è mosso sistematicamente per sottrazione di residenti – prima in seguito a chiare scelte politiche che hanno portato allo spostamento dei servizi (università, tribunale, multisale) verso Novoli, poi all’esplosione del fenomeno degli Airbnb – e che oggi, quasi stupita, alza la testa e si ritrova senz’anima, fascino, radici, svuotata di negozi e botteghe che hanno lasciato campo libero a minimarket, rivendite di chincaglierie e schiacciate imbottite di finocchiona e salsa al tartufo. Troppo tardi per tornare indietro? Sembrerebbe proprio di sì.

Anche la mossa di Nardella – stop immediato agli affitti turistici nell’area Unesco – è secondo Gurrieri un qualcosa di simile "a una cura palliativa per un malato terminale". "Un tentativo apprezzabile ma tardivo. – dice il professore – Purtroppo la trasformazione di Firenze non è stata colta in tempo". E ora che si fa? Si arriverà all’estensione della ’malattia’ con il trentenne che erediterà l’appartamento del nonno al Campo di Marte, lo metterà a rendita e si trasferirà in Mugello?

“Può darsi – riflette Gurrieri – Magari i fiorentini si sposteranno a San Casciano o a Sesto, ma il punto non è questo". Ecco quindi la ricetta di Gurrieri prima dell’abisso identitario della città.

"Ci vuole coraggio, dovremmo prenderci dieci anni per ripensare a Firenze in senso esteso, come realtà metropolitana che vada oltre quell’obbrorio amministrativo che è stato messo su". Ma come? "Ricomponendo delle unità di studi di programmazione con economisti urbani. Perché qui dobbiamo ripensare seriamente a tante cose, siamo in ritardo su tutto, a partire dalle infrastrutture e dai collegamenti, altro che tramvia... Intendo dire: un fiorentino può anche allontanarsi dalla città ma, paradossalmente tornare a viverla di più, anche in centro, se magari dal Mugello ci arriva in un quarto d’ora, se da Prato ha un collegamento veloce di 10 minuti e non deve perdere un’ora per strada".

Intanto la bolla d’oro del mattone fiorentino continua a luccicare sempre di più. "Cresce – ci spiegano Tommaso Birignani e Andrea Attori di Tecnocasa – il valore degli immobili di tutta la seconda cerchia di città, quella fuori dal centro storico che ha raggiunto cifre record superando perfino i valori del 2007, nei quartieri dello Statuto, di piazza della Libertà, di Gavinana". Ma anche oltre. A Soffiano, all’Isolotto e perfino a Novoli i prezzi delle case continuano a salire. Quale sarà il punto di caduta tra business e residenza? Ai posteri l’ardua sentenza.