Scarperia, 24 maggio 2025 – A Palazzo Vecchio ‘non c’era linea’. Ma al ‘telefono’ della liberazione qualcuno si è sentito di rispondere: sarà esposto nel Museo della Linea Gotica di Ponzalla (Scarperia). Alle scolaresche e ai turisti in visita testimonierà l’avventurosa storia di Erio Breri, vigile urbano che aderì a Giustizia e Libertà e della sua squadra, che attraversarono il corridoio Vasariano per stabilire le comunicazioni tra gli alleati e la Firenze occupata dai nazifascisti. Custodirono quel segreto a rischio della vita, finché non arrivò la comunicazione dal comando alleato, il 10 agosto ’44: pronti per l’insurrezione.

L’apparato telefonico, la bobina di cavo che venne stesa lungo il Vasariano, il tubo metallico che servì per far arrivare ai servizi alleati documenti segreti e piani della Gotica, era custodito dalla figlia 84enne di Erio, Gabriella, che proprio a La Nazione nel dicembre scorso aveva manifestato l’intenzione di donare questo materiale a Palazzo Vecchio perché fosse esposto e ricordasse il sacrificio di chi aveva dato tutto perché fossimo liberi. Poteva essere la ciliegina sulla torta per le celebrazioni fiorentine dell’80esimo dalla fine della guerra. Così non è stato: dopo un primo contatto nessuno si è più fatto vivo con la famiglia. Ma ieri Gabriella Breri e suo figlio Gianni Fanetti, sono stati accolti dal vicepresidente dell’associazione Gotica Toscana, Filippo Spadi e dall’assessore di Scarperia, Marco Casati che indossava la fascia tricolore.
"Credo che la memoria sia importante – ha detto Gabriella Breri Fanetti – perciò sono contenta che il materiale custodito da mio padre e da noi dopo di lui sia esposto in questo museo che è meta per scolaresche e visitatori che arrivano da tutto il mondo. Una occasione per far rivivere il racconto di quei giorni, e la determinazione di chi non ha esitato a mettere a repentaglio la propria vita perché noi fossimo liberi. Ho un ricordo nitido di quei giorni, spero che i ragazzi possano trarre ispirazione dalla storia di mio padre".
Sembra incredibile che l’ordine per la liberazione di Firenze, sia arrivato da un telefono da campo tedesco: prima della Martinella, i partigiani udirono la sorda vibrazione dell’apparecchio che ancora mostra i marchi approvazione militare con la svastica nazista. "11 agosto, venerdì – scrisse Erio Breri nel diario in quei giorni concitati – ore 6,30 suona la campana di Palazzo Vecchio. E’ il segnale dell’insurrezione. Ore 8,15 al centralino giungono Mc Intosh, Norris (gli ufficiali alleati delle operazioni speciali che misero in piedi il servizio di comunicazione, ndr). Decidiamo di entrare in città. Indescrivibile la gioia e la meraviglia dei cittadini sulla strada che ci conduce alla Prefettura dove si è insediato il Ctln e ove si svolge il primo colloquio con loro".
Fabrizio Morviducci