
In una immagine d’archivio Piero Ulivi impegnato in una delle battaglie portate avanti per difendere il presidio di Camerata
"Basta promesse vaghe, adesso vogliamo la verità". A chiederlo a gran voce è il comitato in difesa dell’ospedale di Camerata che, nato nel 1995 e forte di oltre 9mila firma raccolte fra ex impiegati e ex pazienti, dopo l’avvio dei lavori per la trasformazione del presidio di San Domenico in ospedale di comunità e il trasferimenti di tutti i servizi sociosanitari, vuole vederci chiaro e torna a far sentire la sua voce.
"Vogliamo far sapere che siamo ancora attivi e ben attenti a quanto accade – dice Piero Ulivi, storico portavoce del Comitato in difesa di Camerata – Attualmente sono stati dispersi ed anche annullati tutti i servizi esistenti per l’utenza, il reparto cure intermedie, il day hospital senza tener in alcun conto della loro collocazione, con una assoluta mancanza di rispetto nei confronti di chi ha da sempre cercato di salvare quello che erano i residui del vecchio ospedale".
Il comitato ricorda quindi che Camerata, nonostante i tagli subiti negli anni, "non è un bene inutilizzato ma bensì un servizio indispensabile, che assorbe una larga fetta di utenti, non solo di Fiesole ma della zona Nord-Ovest". In particolare rappresenta un importante punto di riferimento per la cardiologia. "Anche questo ultimo prezioso servizio è stato trasferito nella struttura di via D’Annunzio, quanto mai inadatta, e non certo una eccellenza sia dal punto di vista degli ambienti e da quello dell’accessibilità – prosegue Ulivi – A nostro avviso, si potevano trovare soluzioni migliori anche nell’ambito delle strutture sanitarie a disposizione". Tutte queste preoccupazioni sono state quindi riportate in una lettera inviata, fra gli altri, alla sindaca di Fiesole Cristina Scaletti.
Daniela Giovannetti