
Operai di Terna a lavoro
Calenzano (Firenze), 16 agosto 2025 – Un’opera che riduce i rischi per la salute, ma che al tempo stesso cambia drasticamente il volto del paesaggio. È questa la sintesi del lungo intervento che il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani, ha affidato alla sua pagina Facebook per chiarire la posizione dell’amministrazione sul nuovo elettrodotto Colunga–Calenzano.
Polemiche e chiarimenti
Le polemiche non accennano a placarsi, di qui la scelta del primo cittadino di precisare alcuni aspetti.
«Il nuovo elettrodotto – scrive Carovani – è un'opera di interesse strategico nazionale finalizzata a potenziare la trasmissione elettrica sulla dorsale appenninica per fare fronte al crescente fabbisogno dovuto alla progressiva elettrificazione dei consumi energetici. L'autorizzazione per la realizzazione dell'opera è stata rilasciata dal ministero dell'Ambiente di concerto con il ministero dei Beni Culturali. Terna è la società concessionaria a partecipazione pubblica che realizza l’opera e la gestisce per conto dello Stato Italiano.
“Iter autorizzativo durato 15 anni”
«Il progetto – prosegue il sindaco di Calenzano – è stato oggetto di un lungo e complesso iter autorizzativo durato 15 anni e prevede, oltre alla realizzazione della linea a doppia terna sui paloni, una razionalizzazione della rete ad alta tensione con l’interramento già avvenuto di due linee a 132 kV e la demolizione di 4 linee elettriche su tralicci che attraversavano il nostro territorio urbanizzato da nord a sud. A questo si aggiungerà come opera complementare l’interramento di un terzo elettrodotto che affianca la ferrovia nella zona sportiva, risale il torrente Marina fino al Molino e poi gira verso Pagnelle.

Panorama stravolto, ma salute tutelata
«Da un impatto diffuso e ormai familiare – ammette il sindaco – passeremo ad un impatto concentrato che appare eccessivamente invasivo. Il nostro panorama, tutelato sin dagli anni ’60, ne risulta stravolto».
Sul fronte della salute, invece, i benefici sono concreti. «Il nuovo elettrodotto e quelli in cavo interrati – si legge sul profilo Facebook del sindaco – dovranno rispettare la rigida normativa italiana che prevede per le nuove installazioni un limite di emissioni elettromagnetiche di 3 micro Tesla rispetto ai 10 consentiti per gli elettrodotti esistenti». Ed è proprio per garantire questo standard che i sostegni sono stati innalzati fino a 60 metri, con un effetto visivo che molti cittadini giudicano “devastante”.
Carovani respinge le accuse piovute sui social contro il Comune. «Quando l’autorizzazione è arrivata, questa giunta non era ancora in carica e i lavori erano già iniziati. In quindici anni ci sono stati governi di tutti i colori, ma nessuno ha mai cambiato rotta sul progetto».
Il sindaco ricorda, inoltre, che Calenzano da decenni ospita infrastrutture pesanti per la sua posizione strategica. «Non siamo stati noi a scegliere di avere qui la stazione elettrica, il deposito ENI o il passaggio dell’Autostrada del Sole. Sono decisioni prese altrove, che hanno segnato il nostro territorio».
Questioni di infrastrutture
Proprio sul deposito Eni Carovani rivendica le battaglie condotte dall’amministrazione. «Dopo il disastro del 9 dicembre scorso – scrive – abbiamo chiesto con forza che non riapra e venga smantellato». Allo stesso modo, ha ricordato le lunghe trattative per ottenere compensazioni con la terza corsia dell’A1, come il bypass di Carraia, la galleria del Colle, la messa in sicurezza della Sp8 sui tornanti a Le Croci, il parco delle Carpugnane, la pista ciclabile Calenzano Carraia, il nuovo collettore fognario di via Dante Alighieri.
Sfide future e soluzioni
La nuova linea sarà attivata nel giro di qualche settimana, i lavori sono in fase avanzata. Cosa resta da fare, dunque? «Come Comune di Calenzano – risponde il sindaco su Facebook – abbiamo cercato di farsi interpreti del disappunto dei cittadini firmatari della petizione e abbiamo aperto un tavolo di confronto con Terna, la Soprintendenza, Arpat e Asl, coinvolgendo anche il Comitato salute e paesaggio, per verificare cosa sia possibile fare concretamente per migliorare l’impatto dell’elettrodotto».
«Le opzioni in campo sono limitate: diversa colorazione, mitigazione con vegetazione dei singoli sostegni, eventuali interventi che possano trasformare una criticità in un elemento di design urbano. Non abbiamo la pretesa di convincere nessuno a cambiare idea, ma – conclude Carovani – faremo tutto il possibile per migliorare quello che si può e, con l’aiuto di tutti, ognuno nel proprio ruolo, credo possiamo farcela».