LORENZO OTTANELLI
Cronaca

Berlinguer secondo Samuele Rossi: "L’eredità? L’impegno nella società"

Il documentario del fiorentino, dedicato agli ultimi giorni del segretario del Pci, a giugno arriva su La7

"Arrivare nella cinquina del David è stato bellissimo, abbiamo fatto un grande lavoro". A dirlo è Samuele Rossi, il regista nato a Pescia, ma fiorentino d’adozione, del documentario ‘Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer’. Il film, che era candidato ai David per il premio Cecilia Mangini – Miglior documentario, ripercorre le ultime ore del segretario del Pci, uscito lo scorso anno per i quarant’anni dalla scomparsa.

Rossi, perché questo progetto?

"Il film nasce nei ricordi di famiglia, su questa figura che i miei nonni sentivano cara e vicina. Berlinguer aveva attenzione ai valori, in un contesto che non ho vissuto, perché sono nato qualche mese dopo. Avevo la necessità di indagare queste giornate del 1984. Sono immagini di un’Italia diversa, che in quei giorni finisce per sempre".

Un progetto che mostra tanto materiale d’archivio. Eppure, parla al presente. Come?

"Nel film ci sono le immagini grezze di quelle sette giornate. È un materiale inedito che proviene da quei momenti e che è filologico nel senso più stretto. Volevo ricostruire una narrazione condivisa, per una memoria che spesso tendiamo a perdere. Dobbiamo ritrovare un dialogo privato e pubblico con questi valori del passato".

Qual è l’eredità di Berlinguer? Si parla spesso della questione morale.

"L’impegno. Berlinguer incarnava un impegno costante nella società: a non lasciare nessuno solo, a rendere il mondo migliore. La ’questione morale’, invece, è sempre più attuale. Si è persa, non solo dal punto di vista economico, ma anche nei comportamenti e negli atteggiamenti".

Il film è uscito a giugno del 2024. Come hai vissuto questo anno?

"Siamo partiti quattro anni fa e già sentivamo di fare un film rilevante. Siamo arrivati lo scorso giugno al Biografilm di Bologna, per approdare a ottobre a Montecitorio in una proiezione con la famiglia. E poi finalisti ai Nastri d’Argento e ora ai David. È un’emozione unica, come quella di essere tributati davanti al Presidente Mattarella. Il mese prossimo, poi, il film sarà in anteprima assoluta su La7".

La Toscana è terra di film e di festival. Cos’ha di particolare?

"Ci sono importanti autori e film che hanno fatto e fanno la storia del cinema. Io mi inserisco nella tradizione del documentario, anche con la mia società, Echivisivi. A Firenze, poi, si svolge la rassegna più importante sul genere, il Festival dei Popoli".

E con Echivisivi stai creando la Residenza Ulisse. Di cosa si tratta?

"Voglio puntare sulla formazione. Lo faccio con una residenza gratuita che ospiterà 12 aspiranti registi e sceneggiatori, da gennaio a novembre. Saranno seguiti nello sviluppo dei nuovi film documentari, le iscrizioni sono già aperte e si chiuderanno il 20 maggio. I partecipanti saranno guidati da tanti docenti e professionisti nella realizzazione del loro progetto. Ulisse si concluderà, poi, al Festival dei popoli".