
Il 39enne Mattia Giovanni che ha rilevato la bancarella in viale Don Minzoni
Firenze, 2 settembre 2025 - Rischiava di scomparire un pezzo di storia fiorentina, la bancarella dei libri usati all’angolo tra viale Don Minzoni e via Pier Capponi, in attività dal 1957 grazie ai coniugi Franco e Antonietta. L’età li aveva spinti a cedere la licenza e per settimane nessuno sembrava disposto a raccogliere il testimone. Persino l’ipotesi di trasformare il carretto in un punto di ristoro era stata avanzata, soluzione però rifiutata dai titolari. La svolta è arrivata quest’estate, quando Mattia Giovanni, 39 anni, residente proprio nel quartiere, ha deciso di rilevare l’attività. "Ho sempre girato per lavoro in tutta Italia, ma sentivo il bisogno di radicarmi di più a Firenze, vicino alla mia vita quotidiana — racconta —. Conoscevo quel banco e me ne sono innamorato. I vecchi gestori mi hanno dato tanti consigli, mi hanno trasmesso la passione e la responsabilità di questa avventura". Mattia, che a casa possiede già una ricca libreria personale ed è da sempre lettore assiduo di giornali e saggi, ha trascorso l’estate tra falegnami e artigiani per restaurare il carretto. L’inaugurazione ufficiale è fissata per il 10 settembre, alle 11, quando i cittadini del quartiere e non solo potranno tornare a sfogliare i volumi sotto la tettoia che da quasi settant’anni accompagna la vita della città. Il nuovo titolare intende offrire continuità con il passato, mantenendo prezzi popolari e occasioni speciali: libri a un euro, offerte “prendi tre, paghi due” e un’ampia sezione per bambini. "Voglio proporre una selezione esaustiva, che invogli le persone a leggere e che rispecchi le esigenze del quartiere — spiega —. Lo sto ascoltando, come se fosse un libro aperto". Sugli scaffali del banco ci saranno narrativa, saggistica, testi di storia e arte locale, ma anche classici senza tempo. Non mancheranno le fiabe di Gianni Rodari, pensate per i lettori più piccoli. "L’idea è quella di una libreria a chilometro zero, dove chiunque può portare i propri libri e trovarne di nuovi a prezzi accessibili. È una sfida, ma è anche un modo per restituire al quartiere un presidio culturale che non poteva andare perduto".