
La posizione delle associazioni
Firenze, 2 settembre 2025 - "Sdegno e ferma opposizione alla proposta avanzata dalla cabina di regia delle associazioni venatorie della Toscana che, con una lettera indirizzata al presidente della Regione Eugenio Giani, chiede l'attivazione della deroga per la caccia al fringuello, specie protetta a livello europeo. Una richiesta inaccettabile, anzi irricevibile, che rappresenta un gravissimo passo indietro di oltre trent'anni in ambito ambientale, culturale e giuridico". Così le associazioni Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu e Wwf Italia. "L'attivazione della deroga - aggiungono in una nota -, se approvata, potrebbe comportare sanzioni economiche a carico dell'Italia, che ricadrebbero sull'intera collettività. La Direttiva uccelli 2009 è chiara: l'articolo 9 consente deroghe solo in presenza di condizioni rigorose. In questo caso, si tratterebbe di una deroga ex lettera c, motivata da fini ricreativi e basata sul principio della 'piccola quantità'. Un presupposto completamente disatteso, vista la richiesta di abbattimento di 119.847 fringuelli, un numero chiaramente incompatibile con qualsiasi definizione di quantità limitata". Le associazioni invitano "il presidente Giani e l'intera Giunta regionale a respingere con decisione questa proposta inaccettabile. E ribadiamo che l'eventuale concessione della deroga sarebbe non solo illegittima sul piano giuridico, ma anche eticamente inaccettabile, culturalmente regressiva e profondamente impopolare". Per Eros Tetti, esponente di Alleanza Verdi e Sinistra, "si tratta di un arretramento grave nella tutela della biodiversità e di un evidente conflitto di interessi: non è accettabile che siano le stesse associazioni venatorie a proporre e indirizzare la gestione della fauna selvatica. La scienza e il buon senso ci dicono che il fringuello e tante altre specie hanno un ruolo insostituibile negli equilibri ecologici. Pensare di ridurre questa ricchezza a bersaglio da caccia è semplicemente anacronistico". "Le istituzioni regionali - aggiunge - devono respingere con fermezza questa proposta, riaffermando un modello di governance ambientale che metta al centro la trasparenza, il sapere scientifico e l'interesse generale, non la pressione di una lobby".