STEFANO BROGIONI
Cronaca

Astori, una tragica beffa: "Certificato falsificato". Tre medici condannati

Un anno inflitto a Giorgio Galanti, otto mesi ad altri due imputati. Il tribunale non concede risarcimenti. La compagna: "Giustizia un’altra volta".

Francesca Fioretti, con i suoi legali, all’uscita dall’aula

Francesca Fioretti, con i suoi legali, all’uscita dall’aula

di Stefano BrogioniFIRENZEUn’altra condanna per Giorgio Galanti, il medico pratese ex direttore della medicina sportiva di Careggi: il tribunale di Firenze, gli ha inflitto un anno (pena sospesa) per falso, relativamente all’episodio della creazione dello "strain", un esame che serve per accertare la contrattilità e la distensività del muscolo cardiaco, a cui venne sottoposto il capitano della Fiorentina Davide Astori nell’ultima visita per l’idoneità agonistica, datata 10 luglio 2017, ma che venne stampato oltre un anno dopo la tragedia. Astori morì infatti la notte del 4 marzo del 2018 nella sua camera d’albergo a Udine, poche ore prima che scendesse in campo. Aveva 31 anni.

L’accusa, sostenuta dal pm Antonino Nastasi, lo stesso che ha ottenuto la condanna (a un anno, oggi definitiva) nel filone principale per omicidio colposo, aveva chiesto per Galanti la condanna a tre anni e quattro mesi, mentre per altri due imputati, l’ex collaboratrice di Galanti, Loira Toncelli, e il successore del medico pratese al vertice della medicina sportiva, Amedeo Modesti, rispettivamente tre anni e un anno e quattro mesi. Per loro, il giudice De Meo ha stabilito una pena di otto mesi. Il tribunale ha inoltre disposto la distruzione di quell’atto falso. Non sono stati invece riconosciuti i risarcimenti richiesti dalla parte civili, la famiglia Astori e la compagna del capitano viola, Francesca Fioretti. "Non mi interessano i risarcimenti - ha detto Fioretti, madre della figlia del calciatore, uscendo dall’aula nascondendo a fatica l’emozione -. Abbiamo ottenuto giustizia per l’ennesima volta. Queste cose non devono accadere".

Fra novanta giorni le motivazioni, che saranno lette con attenzioni dagli avvocati difensori dei tre imputati: il ricorso in appello è pressoché scontato."Modesti è accusato di aver distrutto un atto falso, cioè di aver fatto esattamente quello che il giudice ha ordinato di fare nel suo dispositivo: distruggere quell’atto. Non è reato distruggere un atto falso", il commento dell’avvocato Mario Taddeucci Sassolini. "Mai stato un uso di quel certificato, quindi non c’è mai stato un danno", aggiunge l’avvocato Vincenzo De Franco, difensore di Toncelli. "Il fatto è stato riqualificato, escludendo la fidefacenza. Un passaggio importante", conclude l’avvocato Sigfrido Fenyes, legale di Galanti. "Un processo particolare il cui esito è ricaduto su professionisti seri e di assoluto livello. Contemporaneamente l’azienda Careggi non ha subito condanne al risarcimento quale responsabile civile", precisa l’avvocato Francesco Maresca. Ma perché venne “creato“ quel certificato? Dal processo è emerso che Galanti, andato in pensione quando si aprì l’inchiesta per la morte del calciatore viola, nel preparare la sua difesa aveva ritenuto funzionale alla sua linea dimostrare l’accuratezza con cui era stato visitato Astori. Solo che il risultato fu un pastrocchio: l’esame effettutao nel 2017 ma rimasto “aperto“ nei computer, uscì refertato con la data del 2019, postuma al decesso del calciatore.