
I carabinieri di Fiesole sono arrivati sul luogo e hanno arrestato il 45enne
Firenze, 21 agosto 2025 – Sofia non è ancora fuori pericolo. Rimane in coma e secondo quanto appreso i colpi inferti dal marito con una roncola potrebbero aver causato danni cerebrali importanti. Dopo più di dieci giorni, la 43enne di Fiesole massacrata dal coniuge, 45enne di origini tunisine, nella loro casa sulle colline di Firenze, lotta ancora tra la vita e la morte.
La sera dello scorso 9 agosto, Y.B. si è lanciato sulla donna mentre era di spalle. Con un falce agricola di circa trenta centimetri l’ha colpita sulla nuca, al collo, su petto e schiena. Circa venti i colpi. I più profondi quelli alla testa, che potrebbero aver reciso dei nervi.
L’uomo – difeso dall’avvocato Samuele Zucchini e Giulio Parenti – è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri, pochi minuti dopo l’agguato. Sequestrata la roncola, i vestiti e l’auto del 45enne, ora a Sollicciano con l’accusa di tentato omicidio. Durante l’interrogatorio di garanzia, ha dichiarato che al momento dei fatti era sotto effetto di cocaina e alcol. Ha poi confessato di aver afferrato la roncola, ma di non ricordare cosa sia effettivamente successo dopo. Nega tutto, invece, sui presunti litigi con i genitori della vittima e le accuse mosse nei suoi confronti da parte di amici e conoscenti della coppia.
Una versione che tuttavia non ha convinto la gip del tribunale di Firenze, Agnese di Girolamo, che qualche giorno fa ha convalidato l’arresto e disposto la misura della custodia in carcere. Sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e la pericolosità per la reiterazione del reato. A pesare sono soprattutto le ricostruzioni della mamma e del padre della moglie, e le dichiarazioni riportate dai carabinieri intervenuti sul posto. A quest’ultimi, il 45enne – ammanettato – avrebbe infatti detto: “Ho fatto bene ad ammazzarla, avrei dovuto fare la stesso cosa con i miei suoceri”. Mentre poche ore prima della terribile aggressione, avrebbe urlato alla mamma della moglie: “Ti farò piangere per tua figlia”. Un elemento che ad oggi farebbe propendere le indagini degli inquirenti verso una premeditazione dell’agguato.
In attesa dei risultati degli accertamenti disposti dal pm titolare dell’inchiesta, Alessandra Falcone, sui cellulari di entrambi, gli inquirenti stanno cercando di fare luce sui contorni della vicenda e sul movente. Secondo quanto ricostruito, i due stavano attraversando un periodo complicato del matrimonio. Da tempo, si legge, l’uomo “maltrattava” la moglie con “offese e vessazioni continue”. Il rapporto si sarebbe incrinato a causa delle continue contestazioni del marito sullo stile di vita di lei e su come venivano educate le due figlie (di 2 e 3 anni). Cosa può aver fatto da detonatore quella notte? Un litigio perché “volevo portare il giorno dopo le due bambine da mia madre che sarebbe ripartita il lunedì per la Tunisia”, ha risposto l’uomo durante l’interrogatorio.
Pie.Meca.