
Il maestro Jérémie Rhorer
Firenze, 6 settembre 2025 – Si riaccendono le luci al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino per il primo appuntamento lirico della stagione, dopo la pausa estiva: in programma, martedì 16 settembre alle ore 20, Les pecheurs de perles di Georges Bizet, proposta nell’allestimento della Staatsoper Unter den Linden di Berlino. Altre tre le recite previste in cartellone: il 19 settembre alle ore 20, il 21 settembre alle ore 15:30 e il 23 settembre alle ore 20. Sul podio della Sala Grande del Teatro, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Maggio, il maestro Jérémie Rhorer; l’allestimento, ripreso in quest’occasione da Derek Gimpel, è firmato da Wim Winders, la cui regia di un’opera è portata in scena per la prima volta in assoluto in Italia. Le scene sono di David Regehr; i costumi di Montserrat Casanova; le luci, riprese da Oscar Frosio, sono di Olaf Freese. La drammaturgia è curata da Detlef Giese. Il maestro del Coro del Maggio è Lorenzo Fratini. Il cast vocale è formato da Hasmik Torosyan nella parte di Léila; Javier Camarena interpreta Nadir; la parte di Zurga è interpretata da Lucas Meachem e Huigang Liu veste i panni di Nourabad.
Il Maestro Jérémie Rhorer e la sua Passione per Bizet
Parlando dell’opera di Bizet – proposta per la seconda volta nel corso delle stagioni del Maggio dopo la messinscena del febbraio 2016 – il maestro Jérémie Rhorer, al suo debutto in Teatro, ha sottolineato il suo entusiasmo nel dirigere per la prima volta in carriera Les pêcheurs de perles: “Nel corso della mia carriera ho diretto con poca frequenza le opere di Bizet; invece ho affrontato con maggior frequenza la musica sinfonica di Bizet, motivo per cui sono molto felice di questo mio primo incontro con Les pecheurs”.
Continuando nella sua analisi, il maestro ha inoltre evidenziato i rapporti tra la musica italiana e la musica francese: “Negli ultimi anni inoltre ho cominciato a concentrare il mio interesse sui rapporti, peraltro sottostimati, tra la musica italiana e la musica francese, rapporti nati in una rete di relazioni storiche, artistiche, letterarie e musicali che mi affascinano enormemente. Prendiamo Puccini, un autore che per il momento ho potuto dirigere molto poco ma che è da sempre il mio preferito. Venendo proprio ai Pescatori di perle un interrogativo assai stimolante che nasce dall’ascolto di quest’opera è il verificare fino a che punto Puccini la conoscesse e l’abbia utilizzata come modello in alcune sue opere. Ci sono tanti aspetti di Pecheurs che sembrano ritrovarsi come in un'ideale relazione gemellare in più pagine pucciniane”.
Prossimi impegni e il lavoro con Wim Wenders
Il maestro Rhorer sarà inoltre impegnato il prossimo 20 settembre in Sala Zubin Mehta per un concerto sinfonico con le musiche di Claude Debussy, Maurice Ravel e Igor Stravinskij.
La regia dell’opera – ripresa da Derek Gimpel – è curata da Wim Wenders il quale, parlandone in occasione della première alla Staatsoper Unter den Linden nel 2020, ne ha evidenziato sia la rarità esecutiva che la bellezza musicale: “Quest’opera ai miei occhi (o piuttosto alle mie orecchie) è ingiustamente poco eseguita: il mio desiderio era dunque quello di ‘esporre’ la storia il più possibile e di raccontarla in modo da indurre o incoraggiare lo spettatore all’ascolto attraverso tutti i nostri mezzi. Ho visto spesso opere in cui c’era sempre qualcosa da vedere, così che guardare diventava più importante che ascoltare. Non volevo che il pubblico uscisse ricordandosi di aver visto qualcosa di grandioso; volevo lasciare la sensazione di aver ‘scoperto’ questa musica e soprattutto che sia stata la musica a raccontarvi la storia. Bizet ha realmente creato con la sua musica un mondo a sé”.
Il mondo che Wenders porta sul palcoscenico è dominato da una scena essenziale, proiezioni molto dai tratti foschi e profondi (mare, onde, nuvole e ombre di palme) sbuffi di fumo e dei costumi altrettanto semplici ed essenziali. Solo il coro nel primo atto porta costumi color giallo-zafferano e capelli rossi; una macchia di colore e di luce che contrasta con il nero. Wenders costruisce uno spazio che lascia protagonista lo svolgersi del dramma.
Il Ritorno di Xavier Camarena e Hasmik Torosyan
“Sono davvero felice di tornare qui al Teatro del Maggio dopo le recite di Rigoletto del 2021 - dice Xavier Camarena che interpreta Nadir - e di poterlo fare con quest’opera che, sebbene meno conosciuta della celeberrima Carmen, è un vero capolavoro musicale, ricca di momenti davvero iconici fra i quali il duetto fra Nadir e Zurga. Quella di Nadir è una parte che nel corso della mia carriera ho affrontato solo poche volte ed è davvero emozionante poterla portare in scena di nuovo qui a Firenze.
Sicuramente posso dire che a livello tecnico non siamo davanti a un’opera di facile interpretazione; lo stile che richiede la parte di Nadir rende infatti complesso trovare il giusto equilibrio fra quella che era l’intenzione originale del compositore e quella che invece è la tecnica vocale del nostro tempo. È interessante aver modo di prendere parte a questa produzione di Wim Wenders; il modo in cui è stata pensata, unita al fatto che i solisti in scena sono appena quattro, dà molta ‘responsabilità’ scenica a noi cantanti. La scenografia è essenziale e semplice ed è un modo per noi solisti di essere più attivi e di ‘riempire’ il palcoscenico con i nostri movimenti e con le nostre azioni. Anche con Jérémie Rhorer stiamo lavorando in modo armonico: quando si parla di produzioni come questa è naturale per un cantante infondere del ‘proprio’ al personaggio interpretato e lavorando assieme al maestro Rhorer è quasi spontaneo trovare un bilanciamento fra questo e quella che invece è la sua visione musicale e interpretativa dell’opera di Bizet”.
Hasmik Torosyan – protagonista in scena nella parte di Léila – torna al Maggio dopo il suo debutto avvenuto nell’autunno del 2017 in occasione delle recite de La rondine di Giacomo Puccini: “Sono davvero felice di poter tornare al Maggio- dice - e di poterlo fare interpretando la parte di Léila: un personaggio che all’inizio della storia ha tratti quasi angelici ma che, nello sviluppo della vicenda, si scopre essere una donna forte, con un animo davvero combattivo disposta – per il suo amore – a non piegarsi davanti a nulla, un aspetto davvero interessante perché questo cambiamento lo si può notare e soprattutto apprezzare anche sul piano vocale e musicale. La regia e l’allestimento di Wim Wenders, caratterizzati da spazi grandi e semplici, ci spingono a dare un’interpretazione ancora più incisiva poiché ogni personaggio della vicenda deve anche ‘riempire’ questi spazi: non ci sono momenti in cui siamo ‘coperti’ in scena e questo comporta un lavoro molto importante anche sui dettagli più piccoli”.