
Le forze dell’ordine rinnovano l’appello a prestare la massima attenzione: diffidare di telefonate sospette e non aprire la porta agli sconosciuti (foto d’archivio)
Il telefono squilla nel silenzio del primo pomeriggio, quando in via Murri a Sovigliana di Vinci il sole filtra pigro dalle persiane. L’anziana risponde. Dall’altro capo della linea una voce decisa, ferma. Qualcuno che dice di essere un carabiniere. Le parole arrivano come un colpo secco: un familiare della signora è rimasto coinvolto in un grave incidente. La paura si insinua subito, la malcapitata soccombe sotto al peso dell’ansia. L’uomo al telefono insiste: "Servono soldi, subito, per aiutare il congiunto ad evitare guai peggiori, accuse ingiuste, conseguenze devastanti". La promessa di salvezza è appesa a un filo, e a quella voce la signora decide di credere. Pochi minuti dopo, puntuale come annunciato, qualcuno bussa alla porta. È una donna, elegante e sicura, che dice di essere stata mandata dai carabinieri stessi. Ha un tono rassicurante, quasi amichevole, e nel giro di pochi istanti riesce a guadagnarsi la fiducia dell’anziana. Con abilità sottile e spietata, la sconosciuta convince la vittima a consegnarle tutto l’oro custodito in casa, simbolo di una vita intera di risparmi e ricordi. Poi si dilegua, lasciando dietro di sé soltanto un silenzio amaro e la consapevolezza, tardiva, della trappola.
Il fatto martedì verso le 15. I carabinieri – quelli veri – hanno raccolto testimonianze e avviato le indagini. L’obiettivo è individuare la complice che ha portato via il bottino e, quindi, smascherare l’intera rete di truffatori. Non è un episodio isolato: le bande si muovono da tempo anche nell’Empolese Valdelsa, colpendo soprattutto i più fragili. Le forze dell’ordine rinnovano l’appello: diffidare sempre, non aprire a sconosciuti e avvisare immediatamente il 112.
elisa capobianco