
Filippo Mancini e Alice Berti. , titolari del birrificio artigianale Baus Beer
Uno dei punti di forza del Beat Festival è sempre stato saper unire per il piacere del pubblico l’offerta musicale, chiamando a esibirsi sul palco artisti rilevanti sia a livello locale sia nazionale, ad un’ampia e caratteristica offerta gastronomica.
Fino dal suo debutto, ormai undici edizioni fa, il Festival del Parco di Serravalle associa infatti un’area dedicata allo street food e ai birrifici artigianali, per rendere l’esperienza di chi si immerge nel mondo del Beat la più completa possibile e permettere ai visitatori di fermarsi anche a mangiare un boccone e bersi una birra, apprezzando i prodotti di qualità che vengono proposti dal nostro territorio.
Semplici avventori e veri appassionati gourmet avranno infatti un’ampia scelta, tra stili e lavorazioni diverse, per birre di ogni tipo e create per soddisfare anche i gusti più esigenti. Una presenza fissa di questa area è senz’altro il birrificio artigianale Baus Beer - che ha la sua sede in via Limitese, tra Limite sull’Arno e Spicchio - i cui titolari Filippo Mancini e Alice Berti portano avanti l’attività dal 2017. Il loro obiettivo fino dalla fondazione? Produrre una birra buona, ma soprattutto che nasce localmente, valorizzando ingredienti del territorio dell’Empolese Valdelsa nelle loro creazioni.
Come ci raccontano, in quanto azienda che ha da sempre un occhio di riguardo per quanto è ’locale’, non potevano certo mancare al più importante Festival empolese. "Neanche esistevamo quando è iniziato il Beat raccontano Filippo e Alice – ma ormai siamo presenti da sette anni. Come vetrina, il Beat ha un significato speciale, fin da quando abbiamo deciso di partecipare il nostro obiettivo non era tanto economico, quanto quello di farci conoscere sul territorio, anche perché in linea d’aria il Beat è a meno di un chilometro dalla nostra sede".
"Come birrificio – spiegaFilippo Mancini – ci teniamo a partecipare al maggior evento della città, tanto che solo per il Beat Festival, ogni anno facciamo realizzare un apposito merchandising, dalle magliette agli apribottiglie, che diamo in omaggio ai clienti più affezionati". Un connubio dunque, quello tra musica e cibo, che risulta davvero azzeccato... "Per noi – aggiungono ancora Alice e Filippo – è molto importante che ci sia un’area gastronomica ad accompagnare quella musicale, le due cose sono complementari. Unendo la parte di musica e intrattenimento a quella gastronomica, offri un’esperienza più completa per chi passa una serata intera al Festival, specialmente se la si considera dal punto di vista della clientela".
Per l’edizione del 2025 cambierà qualcosa rispetto all’offerta delle birre che metterete a disposizione dei clienti del Beat? "Quest’anno non abbiamo vere e proprie novità da portare al Festival, ma abbiamo appena prodotto la Nina, una birra fatta con grano di Empoli, ed è il terzo anno che la portiamo. E’ fatta con grano che viene coltivato a Marcignana, l’abbiamo scelta per accontentare proprio i palati del Beat. L’abbiamo presentata qua, è piaciuta molto: è l’unica birra della nostra offerta che ha grano empolese fra le materie prime che la compongono".
Damiano Nifosì