
La commemorazione
Fucecchio e Greve, due territori uniti dalla storia di un amore: quello tra Pietro Stefanini e Dina Boncristiani (la staffetta partigiana che si prendeva grandi rischi). Un legame profondo, un amore che è saputo andare oltre la sfera privata per diventare patrimonio di una comunità intera. Ma perché? Il 2 agosto 1944, nella località di Panzalla, nel Comune di Greve in Chianti, Dina Boncristiani, fucecchiese, fu uccisa insieme al marito Pietro Stefanini per mano dei nazifascisti. Un atto di violenza che spezzò due vite, ma che non riuscì a cancellarne il messaggio, l’impegno, la forza morale. L’amministrazione comunale di Fucecchio, insieme ai ragazzi e alle ragazze dell’associazione FucecchioèLibera, ha compiuto un viaggio simbolico e concreto verso Panzalla. "Un percorso che non è solo commemorazione – ha detto Donnini –. Ma esercizio vivo e costante di memoria. Un modo per tenere accese le coscienza, vicini ad esempi di vita come Dina e Pietro, che con il loro impegno ci aiutano a comprendere cosa significhi davvero difendere la dignità umana e vivere la piena democrazia che oggi respiriamo". "L’81esimo anniversario dell’eccidio – ha aggiunto Donnini – è un momento profondo che ci permette, ancora una volta, di sperimentare e vivere la pace che Dina e Pietro hanno sognato. Non possiamo abbandonarci al senso di impotenza, né arrenderci all’idea che nulla possa cambiare: guardando ad esempi di vita e coraggio come quelli dei coniugi Stefanini, dobbiamo continuare ad essere staffette di una resistenza di democraticità". Fin dal settembre del 1943 la loro casa era stata rifugio e luogo di passaggio per molti renitenti, buona parte dei quali avevano poi raggiunto le formazioni partigiane.