
Il vicesindaco Nedo Mennuti
di Ylenia Cecchetti
I redditi restano fermi, il costo della vita cresce e l’emergenza abitativa diventa ogni anno più seria. "La situazione? In una parola, disastrosa". Il vicesindaco con delega alla Casa, Nedo Mennuti, traccia un quadro (allarmante) del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. Ad oggi in città gli alloggi Erp sono 579: un patrimonio costruito in decenni, che comprende immobili realizzati a partire dal 1922 fino ad arrivare al 2014. "Molti sono vetusti – spiega Mennuti – e hanno un forte bisogno di ristrutturazione. Ma non ci sono i fondi". Dei 579 alloggi, 513 sono attualmente occupati. Restano 66 appartamenti sfitti, pari all’11,4% del totale: "In alcuni il problema è grave – prosegue il vicesindaco –. Riusciremo a ristrutturarne 21 grazie a fondi regionali già disponibili, ma per altri 35 dobbiamo ancora trovare circa 450mila euro, una cifra importante". La stima dei costi parla chiaro: servono in media 13mila euro ad appartamento per riportarli a condizioni dignitose. "Spesso le case vengono lasciate in condizioni pietose – dice Mennuti – e questo pesa ancora di più se pensiamo che le persone che vi accedono sono anziani, disabili, famiglie fragili, seguite dagli assistenti sociali".
Il divario tra domanda e offerta è netto: sono 306 le famiglie in lista d’attesa che avrebbero tutti i requisiti per ottenere una casa popolare. "La graduatoria è stata approvata a maggio 2024 – ricorda Mennuti – . Ma il turn over è molto basso". Da allora sono stati assegnati solo otto appartamenti, e altri tre sono in corso di verifica: si tratta di procedure burocratiche che includono la conferma dei requisiti, l’accettazione da parte dell’inquilino e controlli formali che spesso richiedono tempi lunghi. "I tempi medi di attesa da quando si viene chiamati a quando si entra davvero infatti sono di circa 45 giorni. Non tutti accettano subito, hanno diritto a tre chiamate, devono rispondere alla Pec, portare la documentazione: la burocrazia è pesante e va snellita".
All’interno di queste strutture abitano attualmente 1.358 persone, pari al 2,72% della popolazione empolese. Solo il 14% è rappresentato da stranieri. I canoni, contenuti: la quota media pagata è di 131 euro al mese, mentre il minimo – di cui beneficiano 163 persone su 513 – è di 44 euro. "C’è anche chi paga di più – racconta Mennuti –. Una persona arriva a pagare 500 euro perché nel frattempo il suo Isee è cresciuto". Un’eccezione. Nel 2023 sono stati investiti un milione e 600mila euro in interventi di efficientamento energetico su due grandi condomìni (uno da 60 e uno da 30 appartamenti).
Le situazioni più critiche restano a Empoli, Castelfiorentino e Fucecchio. Ecco perché il Comune partecipa quest’anno ad un nuovo bando nazionale che coinvolge tutta l’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa, con una richiesta di finanziamento di addirittura 30 milioni di euro indispensabili a ristrutturare e rendere più sostenibili molti altri alloggi. Le prospettive restano complicate. "Delle 306 famiglie in lista – conclude Mennuti – realisticamente potremo dare una risposta concreta solo a una parte. Entro l’anno contiamo di assegnare una trentina di alloggi. Ma a fronte di 306 domande, cosa sono?".