
L'istituto Demopolis ha chiesto ai toscani un giudizio sulla riforma Del Rio. Ecco i risultati del sondaggio
Firenze, 16 giugno 2025 – Ridimensionare il ruolo e le funzioni delle Province è stato negativo. Ne è convinto il 52% dei cittadini toscani, contro un quarto degli intervistati che ritiene utile la riforma Delrio e di un 23% che invece non se la sente di esprimersi. E’ quanto emerge dall’indagine promossa da Upi, l’Unione delle province italiane, della Toscana e condotta dall’istituto nazionale di ricerche Demopolis. A circa dieci anni dalla riforma per il riordino dell’ente Provincia, l’opinione pubblica toscana esprime dunque una valutazione critica sugli effetti della legge nazionale Delrio e della-legge regionale 22/2015, che hanno ridotto competenze e risorse delle Province e abolito l'elezione diretta di presidenti e consiglieri.

Ad essere intervistati un campione di 1.500 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione maggiorenne residente in Toscana, stratificato per quote sulla base del genere, dell’età e dell’area di residenza dei rispondenti. Sono stati realizzati contestualmente due approfondimenti di indagine intervistando 120 tra rappresentanti dei media, del mondo di impresa, dei corpi intermedi e del Terzo Settore e 104 amministratori pubblici locali (sindaci e consiglieri comunali delle Province toscane, esclusa la Città Metropolitana di Firenze). La rilevazione quantitativa, effettuata dal 21 marzo al 10 aprile 2025, è stata preceduta da una fase di colloqui aperti qualitativi con cittadini, amministratori e opinion leader.
I dati della ricerca sono stati presentati a Firenze, all’Istituto degli Innocenti, dal presidente dell’Upi Toscana Gianni Lorenzetti e dal direttore di Demopolis Pietro Vento, in occasione dell’assemblea generale dell’Unione delle Province.

Se il 52% dei cittadini giudica negativamente la riforma, la percentuale sale al 66% per gli opinion leader e all’83% fra sindaci e consiglieri comunali. Ad argomentare l’insoddisfazione diffusa sugli esiti della riforma, Demopolis ha individuato la convinzione largamente diffusa fra i cittadini che non siano stati conseguiti gli obiettivi di risparmio e performance ipotizzati 10 anni fa. Infatti, per il 72% dei toscani la riforma delle Province non ha migliorato la qualità dei servizi pubblici sul territorio. Fra opinion leader e stakeholder, la bocciatura accomuna l’84% di coloro che hanno risposto.
«In questo contesto – ha ricordato Pietro Vento – la maggioranza assoluta dei toscani, il 60%, sostiene che si dovrebbe tornare all’elezione diretta, in modo che i cittadini possano scegliere direttamente il presidente della Provincia e i componenti del consiglio Provinciale».
«La ricerca – dichiara il presidente di Upi Toscana, Gianni Lorenzetti – conferma quanto noi amministratori viviamo ogni giorno nei territori: senza risorse e competenze adeguate le Province non sono messe in condizione di svolgere pienamente le loro funzioni, fondamentali per la vita delle comunità locali. Oggi, a dieci anni dalla riforma, è evidente che serva un ripensamento serio e condiviso. I cittadini chiedono più rappresentanza, più efficienza, più prossimità: la Provincia, con elezione diretta ed un adeguato sostegno economico, può tornare ad essere quel livello intermedio indispensabile tra Comuni e Regione».
Tra i temi emersi con maggiore forza la percezione da parte dei cittadini di un netto peggioramento nella gestione delle strade, nella pianificazione territoriale e nell’edilizia scolastica.
La maggioranza assoluta degli amministratori pubblici locali stigmatizza in particolare il peggioramento complessivo di alcuni servizi (64%), il taglio alle risorse per funzioni essenziali come strade ed edilizia scolastica (61%), ma anche il minore presidio dei territori (51%).