Rifiuti, crescono gli utili ma anche la tariffa: "Aumenti Tari, range stabilito da Arera e Ato"

Perra: "Poi i Comuni decidono quanto far pagare agli utenti, in gran parte secondo regole fisse" .

Lorenzo Perra, presidente di Alia Multiutility

Lorenzo Perra, presidente di Alia Multiutility

Firenze, 24 aprile 2024 – Da un lato il bilancio consolidato 2023 di Alia Multiutility con numeri nettamente positivi. Dall’altro l’aumento della Tari, che ha acceso il dibattito in diversi consigli comunali, a partire da Firenze. Ma perché il segno più del bilancio (con 162 milioni di investimenti, crescita del settore ambiente di 52 milioni, +128% dei ricavi e 33 milioni di dividendi per i soci) non può andare subito a beneficio dei cittadini, permettendo loro di pagare meno per raccolta e smaltimento dei rifiuti?

A spiegarlo, uscendo dalla polemica politica e restando sul piano tecnico, è Lorenzo Perra, presidente di Alia Multiutility. "La Tari è basata su costi e investimenti di due anni prima – spiega - e viene applicata in base a regole generali. Quest’anno, in particolare, Arera (l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) aveva ipotizzato un aumento del 13,7% in base all’inflazione, mentre la variazione è stata mediamente del 5,8% in tutto l’ambito". Un risultato raggiunto anche grazie al lavoro di Alia sull’evasione e alle sinergie con i Comuni. E sono proprio loro, i Comuni, a determinare la cifre esatte da pagare: Firenze ha stabilito un aumento della Tari del 3,2% nel 2024, oltre a un nuovo rincaro nel 2025.

Per essere più precisi, la regola prevede che l’Ato (Ambito territoriale ottimale) tenendo conto delle indicazioni di Arera, fissi il corrispettivo da versare al gestore. Poi avviene la ripartizione fra i Comuni in base a rifiuti prodotti e costi dei servizi. Ogni Comune, con qualche grado di libertà, ma in gran parte in base a regole fisse, definisce infine le tariffe per i singoli utenti, inclusi premi e penalità. "Ciò che genera utile e quindi dividendo è il differenziale tra la remunerazione del capitale e il costo di indebitamento – continua Perra - . Più una società è grande, più beneficia di bassi costi del denaro, avendo maggiori probabilità di generare margine. Non è possibile però comprimere la tariffa attraverso il margine: sono due canali separati. In compenso, i dividendi vanno ai Comuni che possono scegliere come utilizzarli. A Montelupo, per esempio, sono state previste agevolazioni sulla Tari, con criteri di sostegno al reddito. Usare i dividendi per scontare la Tari significa però non averli per altri servizi al cittadino".

Ma c’è chi non è affatto d’accordo con gli aumenti. "Palazzo Vecchio giustifica i rincari con l’inflazione – dice il presidente di Cna Firenze Giacomo Cioni – come se l’aumento dei prezzi di beni e servizi non avesse colpito anche imprese e cittadini: avrebbe dovuto coprire gli incrementi dei costi con altre modalità. A maggior ragione considerata l’ottima situazione finanziaria della Multiutility".