Il biodigestore che parla green. Biogas dal ciclo dei rifiuti organici

Taglio del nastro per il nuovo impianto di Alia Multiutility a Montespertoli: 75 milioni di investimento

Il biodigestore che parla green. Biogas dal ciclo dei rifiuti organici

Il biodigestore che parla green. Biogas dal ciclo dei rifiuti organici

MONTESPERTOLI (Firenze)

L’economia circolare ha un nuovo indirizzo: innovativo, tecnologico e anche bello da vedersi. Siamo in località Casa Sartori, immersi tra i vigneti nella campagna del Chianti fiorentino; nasce qui il nuovo biodigestore del Polo impiantistico di Montespertoli.

La rivoluzione? È green e a presentarla è Alia Multiutility che, a due anni dall’inizio del cantiere e con un investimento di 75milioni di euro, ha tagliato il nastro dell’infrastruttura segnando una svolta per il trattamento dei rifiuti organici.

Dallo scarto all’energia, il passo è compiuto. Nel cuore della Città Metropolitana di Firenze, sono in funzione due impianti che trasformano i rifiuti biodegradabili in risorse tramite la digestione anaerobica e il compostaggio. La prima genera biogas, trasformato in metano da impiegare come biocombustibile. Nella seconda, il materiale solido ottenuto dalla digestione anaerobica, miscelato con rifiuti verdi quali sfalci e potature, viene trasformato in compost di qualità elevata da utilizzare in agricoltura in sostituzione ai fertilizzanti chimici. Una rigenerazione virtuosa, un impianto per produrre energia pulita.

"Avanti così e la Toscana sarà sempre più leader ecologica in Europa", ha commentato il sindaco della Città Metropolitana Dario Nardella. Ed effettivamente un primato, Montespertoli ce l’ha già. Entrando di fatto tra i primi cinque impianti dello Stivale, risulta essere il più importante del suo genere nel Centro Italia.

Grazie al nuovo Polo di Casa Sartori in Italia si passerà a coprire dal 12,9% al 14% di tutta la produzione di biogas in Europa (la Germania ne detiene il 50%), facendo meglio anche della Francia. In grado di sostenersi con pannelli fotovoltaici ed energia rinnovabile, l’impianto (altra chicca) respira anche grazie ai 360 alberi piantati al suo interno, tra cipressi, ulivi e aceri, insieme a 1500 piante officinali. "Un impianto simbolo per tutta la Toscana - ha fatto notare il presidente della Regione, Eugenio Giani - dove il trinomio ambiente-cultura-paesaggio trova l’armonia degna di una Toscana Green che stiamo costruendo". Concluso il collaudo prestazionale, si potranno trattare ogni anno fino a?160mila tonnellate di rifiuti da raccolte differenziate (145mila di rifiuti organici e 15mila di verde), producendo circa 12 milioni di metri cubi di biometano e 35mila tonnellate di compost.

"Una svolta nella nostra visione industriale - ha commentato Lorenzo Perra, presidente di Alia Multiutility - Non è solo una sfida tecnologica, ma un’imperativa necessità ambientale".

"Una risposta concreta alla storica carenza di impianti per gestire la frazione organica dei rifiuti urbani, che in Toscana - ha ricordato Alberto Irace, amministratore delegato Alia - rappresenta oltre il 40% della differenziata". Un progetto al top anche dal punto di vista architettonico: a firmare la riqualificazione dell’area Pietro Giorgieri, professore di Urbanistica dell’Università di Firenze.

I materiali utilizzati?Tutti naturali, per mandare un messaggio forte e chiaro: dall’idea alla pratica, l’economia circolare si può tradurre anche nel design.

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