MONICA PIERACCINI
Economia

Riflettori sulle pensioni. Scattano gli aumenti per recuperare l’inflazione

Anticipato a novembre il conguaglio delle rivalutazioni 2022: pagamento a dicembre. Collocamento a riposo: arriva “Quota 104“; cambiano Ape sociale e Opzione donna

Pensioni

Firenze, 23 ottobre 2023 - Il governo ha confermato l’anticipo del conguaglio della rivalutazione 2022 per le pensioni, come è accaduto lo scorso anno. "Dal momento che le pensioni di novembre sono già predisposte per il pagamento – spiega Tommaso Cecchi, responsabile del patronato Sias della sede zonale di Prato – i pensionati dovrebbero ricevere quando dovuto della perequazione nella rata di pensione del 1 dicembre". Non tutti, però, otterranno la rivalutazione massima. E’ al 100% per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo Inps, ovvero fino a 2.101,52 euro lordi mensili; è all’85% per le pensioni con importi tra quattro e cinque volte il minimo, quindi sopra i 2.210 e fino a 2.626,90 euro. Si scende al 53% per le pensioni tra cinque e sei volte il minimo, cioè fino a 3.125,28 euro; quindo al 47% tra sei e otto volte il minimo (soglia a 4203.04 euro), al 37% tra otto dieci volte il minimo (soglia a 5.253,80 euro), per poi ridursi al 32% per le pensioni superiori a 5.254 euro lordi, pari a oltre dieci volte il trattamento minimo. La rivalutazione massima è dello 0,8%, che si va ad aggiungere alla rivalutazione calcolata all’inizio del 2023 del 7,3% per raggiungere l’inflazione annua media 2023 dell’8,1%.

"Quindi – spiega Cecchi – una pensione di mille euro al mese è aumentata di 73 euro a inizio 2023 e aumenterà ancora di 8 euro da novembre, per un totale di 81 euro lordi di aumento in un anno". Nel 2024 questo meccanismo sulla perequazione potrebbe cambiare, ma per conoscere le esatte modalità occorre aspettare l’approvazione della legge di bilancio e ciò vale anche per le altre novità che riguardano le pensioni, contenute nel disegno di legge di bilancio e del decreto collegato in materia fiscale approvato dal consiglio dei Ministri, che sarà poi trasmesso al Parlamento, che potrà intervemire con modifiche o correttivi.

Al momento dal 1 gennaio 2024 sarà "Quota 104" a sostituire "Quota 103" e avranno la possibilità di uscire dal lavoro coloro che hanno 63 anni di età e 41 di contributi, anziché degli attuali 62 anni e 41 anni di contributi, salvo che si tratti di caregiver, disoccupati, gravosi e disabili, per i quali basteranno 36 anni di versamenti contributivi. Per le donne, invece, sarà sufficiente aver versato 35 anni di contributi.

Quanto ad Ape Sociale e Opzione Donna, dovrebbero confluire in un unico fondo di flessibilità in uscita con età sempre a 63 anni e anzianità contributiva variabile: per le donne 35 anni di contributi, 36 anni per i lavoratori uomini caregiver, disoccupati, invalidi e gravosi e 41 anni in tutti gli altri casi. In generale, saranno previsti incentivi per chi resta di più a lavoro e penalizzazioni per chi esce prima. Il comunicato del governo diffuso dopo il consiglio dei ministri parla infatti di specifiche "che tengono conto della necessità di valorizzare chi vuole rimanere al lavoro".

L'assegno di novembre

Quando sarà pagata la pensione di novembre 2023? Il pagamento avverrà con valuta 2 novembre. Così invece negli uffici postali: il 2 novembre pagamento ai titolari con cognome dalla A alla C, il 3 novembre dalla D alla K, il 4 novembre dalla L alla P, il 6 novembre dalla Q alla Z.

Le trattenute

In attesa della rivalutazione pagata a dicembre, la pensione di novembre sconta le trattenute dell’Irpef mensile e le addizionali regionali e comunali del 2022. Continua inoltre ad essere applicata la trattenuta per l’addizionale comunale in acconto per il 2023 avviata a marzo. 

Dare e avere

Nella pensione di novembre troverò il conguaglio del 730? Sì, se dovuto (e quindi si è a credito), oppure la trattenuta (se a debito). Questo per chi ha l’Inps come sostituto d’im- posta e ha presentato la dichiarazione entro il 30 giugno. Chi rateizza deve concludere entro novembre.