Monica Pieraccini
Economia

Lavoro, 150mila persone occupabili in meno entro i prossimi 10 anni in Toscana

L'indagine della Cgia di Mestre: “Prato unica provincia italiana in controtendenza per l'apporto della componente straniera”

Firenze, 2 maggio 2024 – La popolazione invecchia, i giovani sono sempre meno, tanti 'baby boomer' usciranno dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età ed alcuni territori subiranno un vero e proprio spopolamento. Per tutte queste ragioni, Cgia Mestre stima che in Italia, entro i prossimi dieci anni, le persone in età lavorativa, tra i 15 e i 64 anni, diminuiranno di oltre l'8 per cento, cioè saranno tre milioni in meno. Una tendenza che si registrerà, anche se con intensità inferiore, in Toscana: la flessione stimata è infatti del 6,5 per cento. Le persone tra i 15 e i 64 anni passeranno infatti da quasi 2,3 milioni a poco più di 2,1 milioni, con una diminuzione, in valore assoluto, di 149mila unità. Si tratta di un calo relativamente contenuto, il doppio, però di quello della Lombardia (-3,43 per cento) e ancora più pesante rispetto all'Emilia Romagna (-2,55 per cento) e al Trentino Alto Adige (3,10 per cento). Le regioni che avranno le flessioni più importanti delle persone in età lavorativa sono, secondo le stime Cgia, la Basilicata (-14,56 per cento) e la Sardegna (-14,17 per cento).

Tra le province, invece, è Prato l'unica in Italia che, entro dieci anni, registrerà un incremento della popolazione in età lavorativa, che passerà da 168.876 a 170.145, cioè aumenterà di 1.269, lo 0,75 per cento in più. Ciò, si spiega nell'indagine, anche a proposito delle province che avranno cali più contenuti, «è riconducibile al fatto che, tra le altre cose, queste realtà territoriali presentano un tasso della popolazione straniera su quella residente molto elevata, abbassando così l’età media e incidendo positivamente sulle nascite».

Arezzo la provincia toscana con il calo più alto, quasi il -16 per cento

Dopo Prato, tra le province toscane con un calo della popolazione attiva inferiore alla media nazionale e regionale, c’è Pistoia, dove la flessione, secondo le previsioni, sarà inferiore al 4 per cento, con 7.173 persone in meno entro i prossimi dieci anni, seguita da Pisa (-4,93 per cento e -12.897 persone), Siena (-5,07 per cento, -8.144 persone) e Firenze (-5,08 per cento, -31.278 persone tra i 15 e i 64 anni). Le contrazioni più pesanti si registrerà invece a Grosseto (-7,27 per cento, 17.438 persone in meno), Lucca (-7,34 per cento, -17.438 persone), Livorno (-7,87 per cento, -15.462), Massa Carrara (-10,37 per cento, -11.861). Fanalino di coda è Arezzo, con una flessione di oltre il doppio la media regionale: è del -15,95 per cento: la popolazione attiva, nella previsione della Cgia Mestre, calerà da 228.197 a 191.803, ovvero 36.394 persone in età lavorativa in meno.

Conseguenze sull'economia: meno Pil dall’immobiliare, dai trasporti, moda e ricettivo

Secondo quanto rileva l'ufficio studi della Cgia di Mestre, «un Paese che registra una popolazione sempre più anziana potrebbe avere nei prossimi decenni seri problemi a far quadrare i conti pubblici; in particolar modo a causa dell’aumento della spesa sanitaria, pensionistica, farmaceutica e assistenziale». Inoltre, sottolinea, «con pochi under 30 e una presenza di over 65 molto diffusa, alcuni importanti settori economici potrebbero subire dei contraccolpi negativi, provocando una contrazione strutturale del Pil. Con una propensione alla spesa molto più contenuta della popolazione giovane, una società costituita prevalentemente da persone in età avanzata rischia di ridimensionare il giro d’affari del mercato immobiliare, dei trasporti, della moda e del settore ricettivo Horeca». «Per contro - conclude la Cgia - le banche potrebbero contare su alcuni effetti positivi; con una maggiore predisposizione al risparmio, le persone più anziane dovrebbero aumentare la dimensione economica dei propri depositi, facendo così 'felici' molti istituti di credito».