Carcere, patto col Comune. Offerte di lavoro ai detenuti

Si rinnova la collaborazione per fornire impieghi di pubblica utilità. Occupazione esterna per favorire il reinserimento dopo la fine della pena. .

Carcere, patto col Comune. Offerte di lavoro ai detenuti

Carcere, patto col Comune. Offerte di lavoro ai detenuti

VOLTERRA

Si rinsalda quel filo rosso, osmotico, tra il Maschio di Volterra e il mondo fuori le sbarre. Un rapporto stretto tra carcere e città che trova nuovo limen fertile nella convenzione stipulata da Palazzo dei Priori con la direzione carceraria affinché un gruppo di detenuti possa essere impiegato in lavori di pubblica utilità. Ed ecco che la giunta uscente approva lo schema di convenzione con il carcere per l’inserimento lavorativo di alcuni galeotti. La ratio del progetto è chiara: proseguire lungo quel solco che propone e mette in piedi interventi concreti mirati a favorire il processo di integrazione e rieducazione dei detenuti attraverso iniziative di utilità sociale, quali pulizia di locali, manutenzione e restauro di siti di interesse pubblico, oltre a altre attività relative alla gestione di servizi pubblici del territorio.

E’ la sinergia che la città ha da sempre instaurato con la direzione carceraria, finalizzata al reinserimento sociale della popolazione carceraria e che si fonda sul un nobile principio che è la quintessenza del carcere-modello del colle etrusco: l’occupazione esterna dei detenuti durante l’espiazione della pena. In maniera tale da garantire ai soggetti ristretti l’acquisizione di competenze e conoscenze professionali che potranno essere spese nella fase di post detenzione. In passato la convenzione ha consentito ai detenuti di prendere parte a un progetto all’interno della biblioteca comunale e in progetti inerenti la manutenzione pubblica. E’ ora ecco un nuovo intarsio a quel progetto che vede il carcere dialogare con la città intera.

Un carcere capace di promuovere un nuovo linguaggio sul fronte del reinserimento dei detenuti, ma anche capace di scrivere una grammatica culturale del tutto rivoluzionaria. Vedi il teatro stabile firmato dall’archi-star Mario Cucinella. Un progetto cullato da anni e che sta approdando nella sua fase esecutiva. Vedi, ancora, la Compagnia della Fortezza, che ha creato una rivoluzione culturale e umana all’interno di un carcere, quello di Volterra e che è emblema a livello internazionale di un modello di fare teatro che non guarda alla pena del detenuto. ma alla sua essenza intesa come capacità di rendere sè stesso tramite la biologia di una rappresentazione teatrale. E poi i progetti scolastici, come l’istituto alberghiero, che creano occasioni di impiego per i detenuti nel periodo della stagione turistica. Un carcere in cui nessuna vita è vuota a perdere.

I.P.