Case green, niente multe per chi non si adegua

Nelle classi più basse le case antecedenti al 2005 o mai ristrutturate negli ultimi 30 anni. Ecco le faq di Altroconsumo sulla nuova direttiva europea

Un edificio in corso di ristrutturazione (Ansa)

Un edificio in corso di ristrutturazione (Ansa)

Firenze, 17 marzo 2023 – Anche se il testo definitivo è ancora lontano, la direttiva europea sulle case green è stata approvata dal Parlamento europeo. I cittadini iniziano dunque a occuparsi (e preoccuparsi) della certificazione energetica della propria abitazione. Altroconsumo ha pubblicato delle faq per iniziare a fare chiarezza sul tema. Eccole.

Quali edifici dovrebbero essere coinvolti dalla nuova direttiva?

Edifici e unità immobiliari di nuova costruzione, edifici esistenti e unità immobiliari sottoposti a ristrutturazioni importanti o a riqualificazione energetica degli edifici e con gradualità tutti gli edifici più energivori. È importante sottolineare – fa presente Altroconsumo – che il riferimento della direttiva non sono i singoli cittadini ma gli Stati. Saranno i singoli Stati, perciò, a stabilire un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici, sia pubblici che privati, per raggiungere “classi energetiche minime” con obiettivi stabiliti a livello nazionale e indicatori di progresso misurabili a scadenze specifiche entro le quali tutti gli edifici esistenti dovranno ottenere classi di prestazione energetica superiori entro il 2030, il 2040 e il 2050. Edifici residenziali e pubblici avranno una tempistica differente: 2030 per gli edifici residenziali in classe E, 2033 per quelli in classe D. Le classi energetiche sono definite in una scala che parte dalla G, dove si trovano gli edifici costruiti senza alcun requisito di risparmio energetico tipico degli anni 60-70-80. Sono previste delle deroghe che si basano principalmente su criticità come, per esempio, gli edifici storici o per metrature molto piccole o fattori come la convenienza economica. Se per esempio stiamo parlando di una seconda casa in riviera l’obbligo cadrebbe.

Come faccio a sapere in che classe energetica è casa mia?

Solo un tecnico certificatore tramite un sopralluogo e acquisendo i dati di costruzione e manutenzione degli impianti termici può calcolare la classe energetica esatta. Se però la vostra casa è antecedente il 2005 è facile che ricada nelle classi più basse. Se poi ha superato i 30 anni senza ristrutturazioni che abbiano toccato pareti e tetto della casa è presumibile ricadere oltre la classe E. Serve infatti un adeguato livello di isolamento delle pareti e della copertura per ricadere nelle prime classi fino alla C. Avere una pompa di calore o un impianto solare possono aiutare per risalire nella classificazione, ma il grado di isolamento è fondamentale per essere nelle classi virtuose.

Potrò rivendere la casa anche se si trova nelle classi più basse?

Al momento non esiste nessun obbligo di classe energetica minima per la compravendita. La questione sarà definita nei prossimi step a livello europeo e sicuramente nel recepimento a livello nazionale. L’approccio sanzionatorio al momento non sarebbe quello preferito, ma si cercherebbe di responsabilizzare gli Stati a raggiungere gli obiettivi, consapevoli della propria legislazione e degli strumenti di incentivazione messi in atto.

Quanto potrebbe costarmi adeguarla?

È difficile dare stime precise visto che molte sono le variabili: metratura della casa, unifamiliare o indipendente, interventi strutturali importanti come per esempio la copertura o semplicemente sugli impianti. Se si usano come riferimento i dati raccolti da Enea per il Superbonus sono da considerare circa 90 mila euro. Ma non spaventiamoci: questa cifra racchiude alti costi per la progettazione e la burocrazia richiesta dallo sgravio del 110%, interventi straordinari come colonnine per le auto o costosi accumuli energetici ora non richiesti. Inoltre la speculazione del SuperBonus che difatti rendeva superflua la contrattazione dei prezzi fra le parti ha portato a gonfiare i costi. È presumile che quindi i costi siano notevolmente inferiori, seppure qualche decina di migliaia di euro è da prendere in seria considerazione.

Avrò sgravi o agevolazioni per fare i lavori?

La direttiva prevede che sarà predisposto un quadro normativo e finanziario adeguato per sostenere le ristrutturazioni edilizie. con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili e a medio reddito, che spesso vivono negli edifici che presentano le prestazioni peggiori, sia nelle zone urbane che in quelle rurali. Quello che è certo che non si potranno finanziare sistemi a vettore fossile, mentre è lasciato ai singoli Stati trovare la quadra su come supportare le famiglie.

Cosa succede se non adeguo la mia casa nei tempi stabiliti?

Al momento non sono previste sanzioni per i cittadini, che dovranno essere accompagnati lungo questo percorso, non vessati. Al momento è questo il messaggio che arriva dalla Commissione europea.