REDAZIONE CRONACA

Livorno, la nave Severn non entrerà in porto. Prosegue il presidio

L’imbarcazione resta in rada. Interlocuzioni con le autorità Usa per scalo alternativo. Dopo le proteste su larga scala di lunedì 22 settembre, continuano le iniziative organizzate dall’Unione Sindacale di Base

Le proteste al porto di Livorno della giornata di lunedì 22 settembre. La manifestazione al porto di Livorno prosegue (Foto Novi)

Le proteste al porto di Livorno della giornata di lunedì 22 settembre. La manifestazione al porto di Livorno prosegue (Foto Novi)

Livorno, 23 settembre 2025 – La nave Severn, "pur in avvicinamento, non entrerà nel porto di Livorno e resterà ferma in rada". Inoltre da ieri sera "è in corso una costante interlocuzione con i diversi livelli istituzionali, sia governativi che internazionali, in particolare con le autorità Usa, dalle quali si attende a breve la comunicazione ufficiale dell'individuazione di un porto alternativo". Lo ha reso noto il prefetto di Livorno Giancarlo Dionisi, che ha riunito oggi alle 18 in prefettura un tavolo istituzionale, alla presenza del Commissario Straordinario dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, del Comandante della Capitaneria di Porto di Livorno - Direttore Marittimo della Toscana, del sindaco e dei rappresentanti sindacali di Cgil, Uil e Usb. Il prefetto Dionisi ha ribadito il ruolo della prefettura "come sede di confronto e garanzia istituzionale, sottolineando che le comunicazioni ufficiali vengono fornite al tavolo per fugare voci incontrollate e assicurare chiarezza" ed "ha rivolto un forte appello al senso di responsabilità di tutte le parti, affinché il momento delicato venga affrontato con comportamenti seri e responsabili, nel rispetto delle istituzioni e della comunità".

L'ingresso della nave in porto - contestata per un presunto carico di armi - era previsto per le ore 21. La nave secondo quanto assicurato ieri dalla prefettura non trasporta armi ma materiali logistici (generatori, mezzi da cantiere, attrezzature) destinate alla base Usa di Camp Darby.

Comunque, al porto di Livorno continua il presidio contro Israele e per la Palestina iniziato all’alba di lunedì. Anche nella giornata di martedì l’Unione sindacale di base, che ha animato le proteste nello scalo, è rimasta con diversi dimostranti in porto. 

Porto manifestazione, manifestanti bloccano il porto di Livorno
Le manifestazioni che si sono svolte nella giornata di lunedì al porto di Livorno (Foto Novi)

Centinaia di persone anche nella giornata di martedì sono rimaste al porto. Non però nell'area doganale al varco “Valessini”, che era stato simbolicamente bloccato lunedì. Trattando con prefettura e Comune, i manifestanti si sono spostati poco più in là, nei pressi del varco ma fuori dall’area delle operazioni del porto. 

La situazione è in divenire. Una giornata dunque, quella di martedì, in cui Livorno rimane la piazza principale della protesta, dopo che lunedì in migliaia erano scesi in piazza a Livorno, a Firenze e Calenzano, a Marina di Carrara e in diverse altre piazze. Una mobilitazione che si è svolta pacificamente, senza incidenti, ma con il blocco della Firenze Pisa Livorno all’altezza di Pisa Aeroporto. 

"A noi le promesse non bastano – dice il Gruppo autonomo portuali Livorno sul suo profilo Instagram – Si dice che la nave non trasporti forniture militari. Finché però non ci verrà data la certezza di questo non ci muoveremo da qui. Ringraziamo tutto il mondo dell’associazionismo che ci supporta in questo presidio e che ha permesso di rimanere tutti insieme in questi giorni di lotta. La nave non deve dirigersi nel porto di Livorno e in nessun altro porto”.