
Mattia Giani
Firenze, 21 maggio 2025 – Troppo spesso le patologie cardiache che possono causare morte improvvisa non vengono scoperte prima dell’evento fatale. Così nella popolazione generale, come negli atleti che hanno un rischio aumentato del 30% di andare incontro ad arresto cardiaco. Il motivo? Durante l’attività sportiva si attiva il sistema nervoso simpatico con la produzione di sostanze (adrenalina e noradrenalina) che possono scatenare aritmie fatali in soggetti con condizioni patologiche magari sino a quel momento rimaste silenti. Per evitare quante più tragedie possibili, la Toscana sta per varare una legge regionale che interviene sulla prevenzione. Il testo, presentato la prima volta l’8 gennaio nella seduta della commissione Sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd), da un gruppo di professori e ricercatori, è tuttora in corso di elaborazione e dovrebbe arrivare al vaglio del consiglio regionale il 30 giugno, in ogni caso all’approvazione entro l’estate. La legge poggia su quattro pilastri e prevede l’istituzione di un registro regionale di morti cardiache improvvise, spesso ereditarie, consentendo dunque di studiare i familiari: fratelli, figli e genitori nei quali il problema potrebbe essere presente senza essersi manifestato. Poi un’attività di screening sugli studenti delle scuole medie superiori, con un questionario sulla familiarità di eventi di morte improvvisa cardiaca e un elettrocardiogramma (il cui esito darà luogo ad approfondimenti in caso di anomalie), sulla stregua del progetto ’Just’, portato avanti da Scuola superiore Sant’Anna e Fondazione Monasterio, con il quale sono stati effettuati oltre mille screening nelle scuole di Pisa, Garfagnana e Elba, scoprendo quattro casi di patologia cardiaca congenita o ereditaria. Inoltre è prevista la formazione del personale scolastico alle manovre di Blsd, cioè di primo soccorso e rianimazione con utilizzo del defibrillatore semiautomatico.
Mattia Giani come Davide Astori, come Piermario Morosini: tre calciatori morti per arresto cardiaco a causa di una fibrillazione ventricolare scatenata da cardiomiopatia aritmogena. Morti cardiache improvvise giovanili. Sull’ultimo caso, quello del giocatore del Castelfiorentino Giani, che si accasciò sul campo poco più di un anno fa durante il match del campionato di Eccellenza contro il Lanciotto di Campi Bisenzio, sta indagando la procura di Firenze: la causa della morte è emersa recentemente nella consulenza affidata ai super periti (la professoressa cardiopatologa Cristina Basso dell’Università di Padova e il professore di cardiologia delle Molinette di Torino Fiorenzo Gaita) che avevano già approfondito il caso di Astori. Sulle morti cardiache improvvise la Toscana, prima Regione in Italia, sta lavorando a un testo che presto sarà legge. Ne abbiamo parlato con il cardiologo Michele Emdin, che l’ha promossa, coordinatore del Centro Interdisciplinare Health Science della Scuola Sant’Anna e direttore del dipartimento Cardiotoracico della Fondazione Monasterio.
Professore, quali sono le patologie che possono causare morte improvvisa?
«Sono differenti a seconda dell’età. Oltre i 50 anni infarto e ictus. Sotto i 50 anni le maggiori responsabili sono le cardiomiopatie, malattie del muscolo cardiaco che ne riducono la capacità contrattile, con alterazioni sia anatomiche sia funzionali del miocardio. In particolare le più pericolose sono la cardiomiopatia ipertrofica, dilatativa e aritmogena. Poi ci sono le canalopatie, in cui il muscolo cardiaco funziona perfettamente ma i problemi emergono nel circuito elettrico: le principali sono la sindrome di Brugada e la sindrome del QT lungo».
Qual è l’incidenza della morte cardiaca improvvisa?
«Anche in questo caso dipende dall’età. Per morte improvvisa giovanile s’intende la morte sotto i 50 anni, con incidenza da un caso a 3 su 100mila abitanti per anno fino a 35 anni, di 22 su 100mila per anno fino a 49 anni. Poi oltre i 50 anni si arriva a un’incidenza di uno su mille».
Come si scoprono le malattie cardiache che possono causare morte improvvisa?
«Purtroppo spesso tardivamente. La morte improvvisa può essere la prima manifestazione clinica della malattia cardiaca. Ma per le canalopatie e cardiomiopatie frequentemente si riscontra una familiarità».
Per questo avete proposto una legge regionale che prevede un registro delle morti improvvise e un’attività importante di prevenzione nelle scuole secondarie?
«In caso di morte improvvisa o in caso di persone rianimate dopo arresto cardiaco o di diagnosi di condizione a rischio, è necessario studiare i parenti nei quali il difetto potrebbe essere silente. Il registro consente di mappare le genealogie malate, in maniera da prevenire l’episodio di morte improvvisa giovanile, grazie alle conoscenze terapeutiche acquisite».
Poi la prevenzione nelle scuole?
«Ne abbiamo già verificato l’importanza con il progetto Just. Con lo screening negli istituti superiori a Pisa, in Garfagnana e all’Isola d’Elba su mille ragazzi studiati abbiamo trovato quattro patologie a rischio, quindi un caso su 250».
Quali sono gli altri punti importanti su cui poggerà la legge toscana?
«Sicuramente la formazione del personale scolastico, docente e non docente, oltre ai ragazzi maggiorenni, alle manovre di Blsd, cioè di primo soccorso, rianimazione e utilizzo del defibrillatore semiautomatico. Più persone sono formate e più defibrillatori sono diffusi, più vite si salvano. E’ matematico».
Il tempo in questi casi è vita...
«Se viene effettuata una manovra di rianimazione entro 4 minuti c’è il 30% di possibilità di sopravvivenza. Entro 7 minuti, il 20%, entro 10 minuti dal 2% all’8%. Il cervello può restare solo pochi minuti senza ossigeno, poi sopravvengono danni permanenti e infine la morte cerebrale».