REDAZIONE CRONACA

Scandalo mascherine in Toscana, "La Regione pronta a costituirsi parte civile"

L'inchiesta sulle presunte violazioni compiute da aziende produttrici. Le reazioni politiche

Perquisizioni della Guardia di Finanza relative all'inchiesta

Prato, 13 giugno 2020 - Non si placa, anzi è solo all'inizio, il clamore per l'inchiesta pratese su presunte violazioni di alcune aziende che si sono riconvertite, subito dopo l'inizio dell'emergenza covid, alla produzione di mascherine in Toscana. Mascherine destinate alla Protezione Civile e all'Estar, il Sistema Telematico Acquisti della Regione Toscana, soggetti estranei all'inchiesta e anzi parti lese che hanno collaborato con le Fiamme Gialle.

Tra i reati ipotizzati, truffa ai danni dello Stato, frode nelle pubbliche forniture di mascherine chirurgiche, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sfruttamento della manodopera. Un'inchiesta, quella della Guardia di Finanza, con 13 arresti e milioni di mascherine sequestrate, che scuote ovviamente anche il mondo politico con reazioni varie. 

«La Regione Toscana si sta costituendo parte civile contro chi ha ordito la frode nella produzione delle mascherine destinate ai cittadini toscani - dice la consigliera regionale Ilaria Bugetti (Pd) - La Regione, nella fase più complessa della pandemia, è riuscita a rendere complementari l'azione di ricerca e reperimento dei dispositivi di protezione e l'azione di controllo necessario a combattere l'illegalità economica e lo sfruttamento lavorativo»

. La legge regionale per il lavoro sicuro, secondo Bugetti, continua a produrre gli effetti positivi e un plauso particolare va «alle forze dell'ordine e al Dipartimento della prevenzione di Prato che, evidentemente ben diretto da Renzo Berti, ha coordinato i tanti tecnici della prevenzione che hanno lavorato all'indagine incessantemente».

"Non si tratta soltanto di acquisti incauti, Rossi ed Estar hanno gravi responsabilità per aver selezionato, con affidamento diretto, aziende senza i minimi requisiti. Non possono smarcarsi dalle loro responsabilità, adesso non possono fare le vittime". Lo dichiara il consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi). 

"Come possiamo fidarci di persone che hanno dato l'affidamento diretto a ditte non all'altezza e non in grado di onorare le commesse ricevute per milioni di euro? Gravissimo poi che tali mascherine non certificate e illegali siano state distribuite ai cittadini e persino ai medici in prima linea negli ospedali. Le credenziali di tali ditte e società erano facilmente riscontrabili - sostiene Marcheschi - Non solo hanno affidato incarichi senza alcuna gara ma, incautamente, non hanno neppure verificato la qualità del fornitore. Chi fa ordini così importanti per il pubblico ha il dovere di accertarsi se l'azienda, che ha ricevuto l'appalto, sia in grado di rispettare gli accordi e fornire un prodotto di qualità".

Intanto Estar afferma in una nota che "le mascherine in questione non sono andate in sala operatoria. Estar ha consegnato alle sale operatorie e ai reparti covid prioritariamente le poche quantità di mascherine chirurgiche disponibili. Agli altri sanitari Estar ha consegnato le migliori mascherine disponibili sul mercato e che erano state testate precendentemente dal laboratorio di chimica dell'università di Firenze. Si tratta di mascherine chirurgiche provenienti dai fornitori abituali, forniture locali di mascherine in Tnt (tessuto non tessuto, ndr) da 30 grammi a 3 strati bianche, denominate Toscana 1".