
Abbronzatura sì ma con prudenza. Ecco i consigli dell'esperto per non avere sorprese
Firenze, 28 maggio 2025 – Con l’arrivo dell’estate, torna ovviamente il desiderio di esporsi al sole. Ma come farlo in modo sicuro, evitando danni a lungo termine? Lo abbiamo chiesto al dottor Franco Paciolla, dermatologo dell’istituto Medlight di Firenze, che ci guida tra falsi miti, buone abitudini e rischi spesso sottovalutati.
Dottor Paciolla, come possiamo preparare al meglio la pelle all’esposizione solare?
“La preparazione è più che altro mentale. Bisogna essere consapevoli che il sole, se preso in modo eccessivo, può provocare danni immediati alla pelle, come il classico eritema, e danni a lungo termine, cioè favorire la comparsa dei tumori cutanei. Bisogna avere questa consapevolezza: il sole ha effetti benefici perchè migliora l’umore e stimola la produzione di vitamina D, ma va preso con attenzione per scongiurare i rischi appunto di una esposizione scorretta”.
Quali sono gli errori più comuni che si commettono quando siamo stesi al sole?
“Il più grave è non usare protezioni solari. È invece fondamentale applicare creme, lozioni o spray con protezione da 30 a 50+, a seconda del fototipo. Anche chi ha la pelle scura non dovrebbe mai scendere sotto il fattore 30. Ci tengo ad evidenziare che è completamente sbagliato il timore di non abbronzarsi applicando una protezione alta. Bisogna infatti sapere che la protezione 50+ non è comunque totale: i raggi solari passano in piccola parte e stimolano comunque la produzione di melanina, il pigmento naturale della pelle. Questo è uno dei ‘falsi miti’ che più si sentono ‘rimbalzare’ sotto gli ombrelloni”.
Come scegliere la protezione più adatta?
“E’ sempre preferibile acquistare una protezione solare in farmacia perchè le aziende farmaceutiche migliorano continuamente questo tipo di prodotti, utilizzando sostanze sicure e scientificamente testate. Non solo. Negli ultimi anni, le protezioni solari contengono anche sostanze capaci di ridurre i danni del sole a lungo termine. Si tratta di sostanze antiossidanti che agiscono sulla prevenzione dei tumori. Ricordiamo poi che nei primi giorni di esposizione al sole è bene optare per una protezione alta. Poi, col passare delle settimane, le persone che si abbronzano bene possono anche scendere ad un fattore più basso. Ben diverso invece il discorso dei bambini. Con loro, bisognare usare sempre il 50+. Gli studi hanno dimostrato che frequenti eritemi solari nei piccoli costituiscono un fattore di rischio per la comparsa del melanoma, tumore maligno della pelle, negli adulti. Pertanto, è bene prestare particolare attenzione ai più piccini”.
Ci sono alimenti o integratori che aiutano ad abbronzarsi meglio?
“Sì, ma non sostituiscono certo le creme. Si tratta di frutta e verdura ricche di antiossidanti – carote, albicocche, arance, kiwi, pomodori – che è bene privilegiare durante l’estate e che possono aiutare ad ottenere un’abbronzatura più sana e uniforme”.
Quali sono le ore più rischiose per esporsi al sole?
"Tra le 11 e le 15 bisogna evitare l’esposizione diretta. Attenzione poi alle giornate nuvolose: molte persone in casi come questi non applicano la crema. E invece sbagliano fortemente, perchè anche con le nuvole i raggi ultravioletti possono essere dannosi”.
Quali sono i rischi di un’esposizione al sole non protetta, anche per chi tende a non scottarsi?
“Sono soprattutto a lungo termine e riguardano la comparsa del melanoma e dei carcinomi cutanei. Insomma, l’esposizione al sole senza protezione fa rischiare, nel corso dei decenni, la comparsa dei tumori della pelle. Basti pensare che l’Australia, con una popolazione in parte di origine anglosassone e pelle chiara, ha il tasso più alto di tumori della pelle al mondo”.
Quali segnali devono allarmarci dopo l’esposizione al sole?
“Il primo campanello d’allarme è la comparsa di un arrossamento che richiede l’utilizzo di creme lenitive e, nei giorni successivi, la non esposizione al sole. I primi segnali della comparsa di tumori sono invece le cosiddette cheratosi solari, delle chiazze arrossate e squamose che possono comparire nelle zone più facilmente esposte ai raggi, come viso, décolleté, mani e braccia. Facciamo un esempio: se una persona di 50 anni quest’anno si espone male al sole, è facile che poi in autunno si ritrovi con le cheratosi. Sono questi i primi segni della comparsa di un tumore cutaneo”.
Qual è la relazione tra abbronzatura e invecchiamento cutaneo?
“Un’altra delle conseguenze a lungo termine di una esposizione esagerata sono proprio i segni di invecchiamento cutaneo. La pelle si macchia, si assottiglia, diventa meno elastica e compaiono le rughe. E con una eccessiva esposizione al sole possiamo rendere inutili tutte le applicazioni di creme fatte in passato per contrastare l’invecchiamento della pelle. Insomma, sole sì, ma a piccole dosi”.