
Tanti passeranno le vacanze a occuparsi di genitori, zii, fratelli in condizioni di bisogno
Firenze, 26 luglio 2025 – È un’estate nera a caccia di badanti per migliaia di toscani. Tanti passeranno le vacanze a occuparsi di genitori, zii, fratelli in condizioni di bisogno.
Mentre cresce il numero dei grandi anziani cronici e con degenerazione cognitiva, diminuisce quello delle persone che si dedicano all’assistenza domiciliare. Un problema enorme che si somma a una lunga serie di criticità legate ai servizi alla persona: se non verranno affrontati con misure tempestive, finiranno per ricadere nel buco nero della spesa pubblica con conseguenze devastanti per il servizio sanitario.
Davvero poche le cose che funzionano. E ciò che più sconcerta è l’assordante silenzio della solitudine che abbraccia le famiglie e i singoli (il 40% delle famiglie toscane è costituito da una sola persona) che si prendono cura dei propri cari a casa.
Le strutture di cohousing, i villaggi “sorvegliati” per anziani, sono ancora un miraggio. E per ottenere le due ore di assistenza domiciliare fornite da operatori sociosanitari e infermieri – superata un’infernale prova di burocrazia – l’attesa è così lunga da far temere sopraggiunga prima la morte. Mancano infermieri e Oss. Praticamente ovunque.
Nonostante il campanello d’allarme sia suonato più volte negli ultimi anni, con reazioni indignate e proclami a suon di leggi nazionali e regionali, alla fine tutto si è arenato: niente fondi o spiccioli quando servirebbero milioni. E la situazione peggiora ancora.
Perché? Lo abbiamo chiesto ad Anna Batini, presidente di Confcooperative Sanità Toscana, la federazione che, nell’ambito delle direttive generali di Confcooperative, determina le linee politico-sindacali e organizzative del settore sanità, cura, promozione, assistenza e servizi legati allo sviluppo delle imprese cooperative associate.
È anche la realtà che sta gestendo il servizio Pronto Badante offerto dalla Regione Toscana, che consente di ottenere trenta ore di servizio (da trovare autonomamente) a chi non ne ha mai avuta una.
“C’è un bisogno di assistenza sempre più specializzato: grandi anziani con problematiche legate al decadimento cognitivo e a cronicità che necessitano di cure importanti – spiega Batini –. Si tratta di compiti con grandi responsabilità, che le badanti prive di formazione non si sentono di assumersi”.
Un fenomeno che si somma alla carenza di personale. “Le Regioni hanno il dovere di formare entro 24 mesi personale Oss e Oss speciale. Si spera lo facciano prima, ma per ora non lo stanno facendo – aggiunge Batini –. Il cambiamento delle necessità sta portando a uno straordinario bisogno di figure formate che potrebbero supportare le badanti. Ce ne sono tante che sarebbero interessate anche a specializzarsi”.
Ma il nodo è un altro, più profondo: “Le condizioni degli anziani che restano a casa sono sempre più complesse da gestire. Le soluzioni si stanno cercando, ma il passaggio sarà lungo. E non indolore. Ci si dovrà impegnare anche a sostenere i caregiver: se crollano loro, il sistema rischia il default”.