Ilaria Ulivelli
Cronaca

Badanti, 80mila in Toscana. Ma trovarle è un’impresa. Famiglie sempre più sole

Collaboratrici familiari in diminuzione dal 2021: sostituzioni d’agosto impossibili. Nella giungla dei contratti e del nero, manca personale risucchiato anche dalle Rsa. I caregiver, in un mondo che non li vede, azzerano la vita sociale e rinunciano anche a prospettive di carriera

La Toscana invecchia rapidamente: 324mila residenti hanno più di 80 anni

La Toscana invecchia rapidamente: 324mila residenti hanno più di 80 anni

Firenze, 25 luglio 2025 – Siamo una regione che invecchia rapidamente — 324mila residenti hanno più di 80 anni — ma non siamo una regione che accompagna con strumenti adeguati chi arriva in tarda età in condizioni di salute precarie: sono almeno 114mila i toscani non autosufficienti.

E se per accedere a una residenza sanitaria assistenziale servono almeno sei mesi d’attesa (la provincia di Firenze è quella in maggiore sofferenza), il percorso di chi sceglie la strada più coraggiosa e di cuore — tenere a casa genitori, nonni, zii — comincia da un’impresa ardua: trovare un badante.

Non ce ne sono. E non esiste un canale pubblico, ufficiale, che aiuti davvero a trovarli. Anche rivolgendosi ai professionisti del settore la situazione resta pressoché invariata: offerte scarse, richieste altissime.

Il numero di collaboratori familiari è cresciuto fino al 2021, poi ha cominciato a scendere, risucchiato dal mondo sociosanitario, in particolare dalla rete privata delle Rsa, anch’essa in carenza cronica di personale, anche non specializzato. Così il bisogno reale della popolazione resta inevaso.

Si va avanti in una giungla di contratti e lavoro nero. I badanti regolarmente registrati all’Inps in Toscana (il 90% donne) sono circa 42mila (dato 2024): erano 43mila nel 2023, 44mila nel 2022, 45mila nel 2021. Un’emorragia silenziosa: circa mille in meno ogni anno.

E dietro i numeri ufficiali si nasconde un mondo sommerso altrettanto vasto. Secondo l’osservatorio Cgil, per ogni contratto regolare ce n’è almeno un altro nella zona grigia, se non proprio nera. Solo allo sportello del sindacato a Firenze, ogni settimana si presenta una trentina di persone che denunciano sfruttamento e irregolarità.

Ma l’universo è sfaccettato, contraddittorio. C’è una parte consistente della popolazione che vuole fare le cose in regola. Ma tante badanti, una volta perso il lavoro perché è deceduta la persona accudita, non vogliono un nuovo contratto, almeno finché dura la Naspi, l’indennità mensile di disoccupazione. Nel frattempo chiedono di lavorare a nero, guadagnando il doppio e truffando lo Stato.

Nel complicato e delicato mondo dell’assistenza alla persona, manca personale competente e affidabile per i casi più difficili: le demenze, e in particolare l’Alzheimer, patologie che cambiano la personalità e mettono in crisi anche i professionisti preparati. Figurarsi chi lavora senza formazione. È qui che saltano gli equilibri. È qui che le famiglie si trovano davvero sole.

E a pagare il prezzo più alto sono proprio loro. Famiglie senza rete, senza contributi pubblici, oberate di spese e di responsabilità continue, emotive e materiali, spesso ingestibili. Caregiver invisibili in un mondo veloce e distratto. Più spesso sono le donne a farsi carico dell’impegno, azzerando relazioni sociali, tempo libero, opportunità professionali e talvolta lasciando indietro anche la salute. Quando non sono costrette a ritirarsi del tutto, perché fare le cose in regola è quasi insostenibile.

Per avere un’assistenza completa 24 ore su 24, servono almeno tre badanti in turnazione. Solo quella notturna (livello CS, per persone non totalmente autosufficienti), per otto ore cinque giorni a settimana, con vitto e alloggio, costa almeno 21mila euro l’anno. Solo per rendere l’idea.

E poi arriva agosto. Le badanti vanno in ferie. I familiari, se non sono spinti da una scelta del cuore, restano a casa per necessità. Le sostituzioni diventano impossibili. Il personale sparisce. Così, le vacanze si trasformano in trincee. E chi ha un malato grave a casa si trova senza scelte praticabili: o resta o lo affida a una struttura privata. Sempre che un posto si trovi.