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Giannutri, ripuliti i fondali marini: recuperate reti abbandonate e salvata la fauna

Operazione congiunta del parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e della guardia di finanza: rimossi cento metri di attrezzature da pesca nella riserva integrale tra Punta Secca e Punta San Francesco

Giannutri, ripuliti i fondali marini: recuperate reti abbandonate e salvata la fauna

Isola di Giannutri (Grosseto), 26 luglio 2025 – Cento metri di reti da pesca recuperati dai fondali, diverse specie marine liberate e la conferma che la collaborazione tra enti può fare la differenza nella tutela dell’ambiente. Si è svolta il 25 luglio, nelle acque dell’isola di Giannutri, una delicata operazione di rimozione di attrezzature da pesca abbandonate, condotta dal parco nazionale dell’Arcipelago Toscano insieme alla guardia di finanza di Livorno, attraverso la sezione operativa navale di Porto Santo Stefano guidata dal comandante Salvatore Masucci.

L’intervento ha riguardato l’area marina protetta tra Punta Secca e Punta San Francesco, zona di riserva integrale dove la presenza di reti dismesse, palamiti, lenze e cime rappresenta una seria minaccia per la fauna ittica e per gli habitat bentonici. Durante le operazioni – parte del piano di gestione del sito Natura 2000 – i subacquei hanno agito fino a 40 metri di profondità, documentando l’intervento con video e fotografie, anche grazie all’impiego di un Rov, cioè un veicolo subacqueo filoguidato.

Il coordinamento operativo in mare delle attività di recupero è stato affidato al comandante dell’imbarcazione Isla Negra, Moreno Soldi, guida parco subacquea, con il supporto dell’equipaggio (Palmieri Giulio, Cacopardo Maria Francesca) e degli istruttori subacquei Paolo Lenaz e Paolo Pellegrini, oltre a un team di volontari impegnati nel recupero e nello smaltimento dei materiali raccolti. Le attività sono state condotte con mezzi nautici dedicati, tra cui l’imbarcazione Isla Negra e un tender di 5 metri con motore 40hp.

“Le attività condotte – ha spiegato il comandante del reparto operativo aeronavale, Filippo Bianchi – sono state finalizzate a reprimere le violazioni ambientali e a prevenire i danni causati alla ricca biodiversità dei fondali delle aree marine protette, atteso che le attrezzature da pesca abbandonate costituiscono una fonte di inquinamento dell’ambiente marino. L’impiego delle unità navali della sezione operativa navale di Porto Santo Stefano e del nucleo sommozzatori della stazione navale di Livorno testimonia la grande attenzione che la componente aeronavale del corpo dedica alla tutela dell’ambiente, mettendo a disposizione della collettività la professionalità del personale specializzato e la tecnologia di cui dispone per assolvere alle funzioni di polizia del mare attribuite alla guardia di finanza”. “La campagna di riqualificazione – ha aggiunto – si inserisce nella pluriennale e proficua collaborazione sviluppata con il parco nazionale Arcipelago Toscano e oggetto di specifico protocollo operativo di intesa, finalizzato alla vigilanza delle zone di mare tutelate”.

“Ringrazio tutti quanti hanno dato il loro contributo a questa operazione che si è necessaria nelle ultime settimane a seguito di puntuali segnalazioni. La rimozione delle reti da pesca abbandonate in un’area marina protetta è un’operazione delicata e complessa, che richiede preparazione e una pianificazione preventiva per mappare e localizzare la rete, oltre che per identificare gli habitat coinvolti. È fondamentale valutare se la rimozione possa causare danni alla fauna e alla flora marine e stabilire il modo più opportuno di intervenire”, ha dichiarato il direttore del parco nazionale Arcipelago Toscano, Maurizio Burlando. “La positiva sinergia tra ente parco, Roan della guardia di finanza e operatori subacquei esperti ha permesso un’azione mirata ed efficace che contiamo di poter replicare presto in funzione delle esigenze eventualmente segnalate e compatibilmente con le condizioni meteo-marine”.