VALERIE PIZZERA
Cronaca

Greenpeace, allarme per l'Elba, acque più calde di 3,2 gradi. Anomalie fino a -40 metri

“Sono anni che la situazione è in peggioramento - dice Legambiente arcipelago toscano commentando i dati - ma adesso le ondate di calore sono più frequenti”

Sempre più calde le acque dell'Elba: il report di Greenpeace

Sempre più calde le acque dell'Elba: il report di Greenpeace

 Portoferraio, 4 luglio 2025 - «L'Elba sta bollendo: le acque dell'isola segnano un +3,21 gradi e anomalie termiche che arrivano fino a 40 metri di profondità, con uno stato ecologico scarso, il peggiore tra tutte le stazioni monitorate. È quanto emerso dal Report Mare Caldo 2024 di Greenpeace Italia, che monitora da cinque anni gli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità marina del Mediterraneo. Un dato ampiamente confermato sul campo: il mare sembra «un brodo» dicono i numerosi bagnanti che affollano l’isola.

«Sono anni che la situazione è in peggioramento - commenta Legambiente arcipelago toscano - ma adesso le ondate di calore sono più frequenti, l’Elba è uno dei posti più caldi del mar Mediterraneo, con tutte conseguenze catastrofiche per la sopravvivenza delle specie marine. Bisogna fare molta attenzione anche agli effetti climatici del riscaldamento globale che avrà gravi ripercussioni, basti pensare ai cosiddetti «temporali rigeneranti» di cui già abbiamo avuto modo di verificare le conseguenze sulla nostra pelle»».

Ha detto il Cigno Verde. Lo studio di Green report controlla 12 stazioni distribuite lungo le coste italiane, in Toscana l'area del monitoraggio è stata l'Isola d'Elba, che attualmente non è un'area marina protetta. Un dato, quello elbano - sottolinea Greenpeace in una nota - che conferma l'importanza della protezione marina: l'assenza di tutela ha reso l'ecosistema più vulnerabile agli impatti del cambiamento climatico. Purtroppo l’area marina protetta (Amp) dell’Arcipelago Toscano – con dentro l’Elba e il Giglio – aspetta di essere istituita da 43 anni. Intanto a Capri, grazie alla modifica della legge 394/91 sui Parchi che renderà autonomo il mare tutelato di Capri dall’AMP di Punta Camapanella, dopo 34 anni di attesa, nascerà l’Area Marina Protetta.

«Mentre le amministrazioni elbane tacciono ma aderiscono – senza applicarla davvero – alla Carta del Santuario dei mammiferi marini Pelagos, Capri avrà i sui iconici faraglioni in zona BS, con precise norme di accesso e comportamento. Intanto, all’Elba, al Giglio e in parte anche a Giannutri è possibile fare di tutto: buttare l’ancora sulla posidonia, ancorarsi e legarsi alla roccia emersa, arrivare a pochi metri dalle spiagge. Un totale far west che ha già prodotto enormi danni sulle praterie di posidonia, distrutte ed arate dalle ancore delle barche e dei megayacht.»-commenta Legambiente arcipelago toscano.