
Sale la preoccupazione per una serie di furti nelle sedi dell’emergenza
Un furto che non è soltanto un danno economico, ma soprattutto un duro colpo alla sicurezza e all’operatività del soccorso. È quanto accaduto nella serata di domenica alla Croce Bianca, quando ignoti si sono introdotti nel garage della sede, forzando l’accesso a un’ambulanza e portando via un tablet e alcuni materiali fondamentali per l’attività dei volontari. "Quanto è ignobile ragazzi, una cosa del genere?", commenta con amarezza il presidente della Croce Bianca, Urbano Dini, che racconta a caldo l’accaduto. "Noi siamo rimasti sconvolti, non tanto per il tablet in sé, ma per il significato del gesto. Non stiamo parlando di un oggetto che puoi usare a casa per giocare o navigare in internet. Quel tablet è uno strumento dedicato, serve a comunicare in tempo reale con la centrale del 118, a ricevere indicazioni precise sugli interventi e a inviare aggiornamenti. È il nostro ponte con la centrale, senza di esso l’ambulanza non è più operativa".
Il furto ha riguardato anche caschi e altro materiale tecnico indispensabile per la sicurezza degli operatori e dei pazienti. "Hanno arraffato un po’ di roba – spiega Dini – ma tanto è bastato per bloccare un mezzo di emergenza. È come rubare in chiesa: non ci guadagni nulla e allo stesso tempo crei un danno enorme a chi ha bisogno di aiuto. Quelle attrezzature non hanno un reale mercato, ma per noi sono strumenti vitali".
Il presidente della Croce Bianca ricostruisce le circostanze: "Le nostre ambulanze vengono messe in garage, collegate alla corrente per essere pronte a partire in qualsiasi momento. Capita che la saracinesca resti aperta, perché nei servizi di emergenza ogni secondo è prezioso. Pare che qualcuno si sia introdotto approfittando di questo, portando via il tablet e il materiale. Adesso quell’ambulanza rimarrà ferma finché non ci verrà fornito un nuovo dispositivo dalla centrale operativa del 118".
Un danno che va ben oltre il valore economico. "Ogni giorno è un’avventura – racconta Dini –. Non bastavano le aggressioni ai volontari, i vetri spaccati durante gli interventi, ora anche i furti. Stanotte (ndr ieri), ad esempio, i nostri operatori hanno dovuto fronteggiare un giovane in escandescenze, tanto che sono dovuti intervenire i carabinieri. I volontari sanno che il rischio è crescente: droghe, alcol, disagio sociale. Ma un furto dentro un’ambulanza è un segnale che non possiamo ignorare".
La stessa persona, probabilmente, portata all’ospedale, si è introdotta nei locali della centrale 118 forzando le porte chiuse. Allertato dai rumori, il personale di servizio ha avvisato le forze dell’ordine. Il loro pronto intervento, insieme a quello degli operatori, ha consentito di fermare il responsabile dell’effrazione. Ieri è stata sporta denuncia, non risultano danni a persone o cose, tranne per quanto riguarda le porte forzate.
Il presidente Dini non nasconde la preoccupazione per i suoi volontari: "Loro hanno già consapevolezza dei rischi che si corrono su strada, ma sapere che qualcuno può entrare in sede e rubare quello che serve a salvare vite è un colpo duro. Dobbiamo valutare nuove misure di sicurezza: chiudere il garage di notte o installare telecamere, anche se questo può rallentare i tempi di uscita. Ma non possiamo più permettere simili episodi". Dal punto di vista investigativo, al momento non ci sono sospetti precisi.
"Probabilmente si tratta di ladruncoli da quattro soldi, gente allo sbando – aggiunge Dini –. Una persona di buon senso non ruberebbe mai dentro un’ambulanza".