
La tragedia in Autosole costata la vita a due soccorritori e un paziente in ambulanza
Sei morti, un incidente ogni tre giorni, una striscia di dolore che attraversa l’intera provincia. Accendono la moto per godersi una giornata di libertà, troppo spesso a spegnerla è uno schianto secco.
È il bilancio per ora provvisorio di una stagione amarissima quella delle due ruote. Il primo campanello d’allarme era squillato addirittura ad aprile, prima sul passo di Viamaggio e poi sulla Setteponti: segnali che gli esperti del traffico avevano subito tradotto in una sirena. Due strade spesso segnate a lutto, dagli incidenti concentrati soprattutto nel fine settimana, area di sfogo per gli appassionati delle moto. Ma era solo l’inizio. L’inizio di un film che sarebbe stato scandito da frenate e colpi secchi: e da lutti strazianti. Difficile non ricordare la morte di Alessio: il ragazzo che passa in pochi secondi dal profilo del soccorritore pronto a intervenire sulla trincea degli incidenti alla vittima. Secondo un copione che mai come quest’anno si è srotolato davanti alle vite e alla cronaca. Come la tragedia in autostrada, niente moto ma addirittura due volontari rimasti uccisi nell’ambulanza spezzata a metà da un camion. O come gli incidenti che perfino in città hanno visto protagonisti i mezzi di soccorso.
Mezzi molto spesso in corsa per gli incidenti sulle due ruote. Un film con venature horror. Sono stati 14 gli incidenti solo nel mese di agosto, come dire uno ogni due giorni e limitandoci nel filtro a quelli più gravi, evitando i piccoli episodi che pure segnalano una situazione di rischio. La mappa è infinita ma con alcuni nomi ricorrenti: quelli di Vitiano, dove da mesi dovrebbe essere acceso un autovelox che non riesce a vedere la luce, e di Pratantico, il cui ponte si è ritagliato uno spazio quasi d’onore, o di disonore, nel diario della cronaca. In generale la 71 e la Marecchiese restano tra le arterie più a rischio, insieme a diversi angoli della Valtiberina, ad esempio la zona di Pieve Santo Stefano, e soprattutto alla Valdichiana. Il ramo della 71 che si spinge fino a Cortona e oltre in questa estate si è lasciato alle spalle nel bilancio dell’estate quello casentinese, che pure ha fatto registrare incidenti e feriti. Lo scontro con le auto resta la dinamica più ricorrente, sul filo di una corsa inarrestabile e che non sempre permette di valutare le distanze, a cominciare da quelle di sicurezza. Scontri spesso perfino laterali ma che lo stesso non lasciano speranza ai protagonisti. Anche la città sta ricominciando a scalare la hiyt parade del pericolo. Non solo per la via Anconetana fatale ad Emanuele ma anche nel cuore della Catona, in via Calamandrei, in via Pietro Benvenuti, in via Fratelli Lebole. Sui viali di innesto in città, su quelli a ridosso della cerchia urbana. Il comandante della municipale Aldo Poponcini da anni grida al pericolo, suggerisce un approccio più prudente alla strada, lancia appelli alle famiglie. Tutto inutile, parole al vento e che nel vento si disperdono velocemente. Fino alla prossima tragedia, fino ad affogare tra le lacrime
Lucia Bigozzi