
Attraverso i corredi esposti è possibile rivisitare la bottega del falegname, oppure la cantina del contadino
di Claudio Roselli
Un bilancio decisamente Il Museo delle Arti e dei Mestieri sta per diventare realtà nel centro : questione di settimane e si procederà con l’inaugurazione, nel pieno rispetto di una realtà che storicamente ha vissuto di artigianato nelle sue forme più variegate. Sarà un’esposizione ricchissima di oggetti, attrezzi e strumenti di vario tipo – legati alla realtà rurale, artigianale e quotidiana della nostra storia locale – che sono stati pazientemente raccolti, selezionati ed esposti per sezioni tematiche. Un grande lavoro di ricerca che giunge finalmente a compimento, grazie a competenza e dedizione messe al servizio della città dall’Accademia Enogastronomica Valtiberina, dal suo presidente Domenico Gambacci e dai suoi encomiabili volontari, fra i quali c’era anche il compianto consigliere comunale Giuliano Del Pia, morto lo scorso febbraio. Un progetto che va ad arricchire l’offerta museale della città e della vallata, valorizzando l’autenticità storica e l’identità sociale di questa terra, rafforzando il senso di appartenenza alle sue radici e tradizioni.
All’interno dell’ex convento dei Servi di Maria, che è stato anche sede della scuola media "Luca Pacioli", si potranno trovare oggetti di vita e strumenti di lavoro che per tipologia e funzionalità sono suddivisi in varie sezioni tematiche e che costituiscono la narrazione materiale dell’esistenza di chi ci ha lasciato una preziosa eredità di saperi, conoscenze e competenze. Attraverso i corredi esposti è possibile rivisitare la bottega del falegname, oppure la cantina del contadino, per cui la mostra offre l’opportunità di abbandonarsi allo story-telling muto degli "oggetti". Oggetti che parlano di famiglia, di fatica, di ingegno e che consentono di immergersi negli spaccati di vita passata attraverso la fruizione diretta di tutto quello che animava quella stessa vita. L’Accademia ha avuto il merito di riportarli agli antichi splendori, grazie ad interventi di manutenzione, ripristino e valorizzazione. La struttura è a pieno titolo fra le residenze cittadine più pregevoli: l’ariosità dell’ampio corridoio al piano trasmette la sua luce ferma alla scalinata in pietra che sormonta; questa, maestosa e severa, si snoda in due grandi rampe, regalando a chi la percorre una sensazione di soave stabilità. A piano terra, il ritrovato giardino all’italiana concluso nel chiostro quadrangolare e, al piano di sopra, l’accesso al camminamento entro le antiche mura di cinta medievali, dove un imponente salice piangente cede la vista ad una congrua ristrutturazione del verde: pergola di vite bianca e nera e rosai. Il Museo delle Arti e dei Mestieri è destinato a diventare una risorsa importante per l’intero comprensorio e per tutta la Toscana, in quanto può rappresentare una meta turistica di interesse.