
La ruspa davanti a casa di Mugnai
Arezzo, 20 maggio 2025 – Quanti colpi ha sparato Mugnai a Dodoli? E soprattutto: da dove li ha sparati? Mentre il vicino stava attaccando la sua casa con la ruspa o mentre il mezzo stava distruggendo le macchine nel cortile? Sono le domande cruciali del delitto di San Polo, quelle da cui molto probabilmente dipenderà l’esito del processo. Domande che oggi in tribunale troveranno una risposta. A darle saranno le testimonianze dei Carabinieri del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) di Parma che prenderanno parola nel processo a carico di Sandro Mugnai: l’artigiano di 54 anni di San Polo che rischia la condanna per omicidio volontario. Una pena che in linea teorica arriva fino a 21 anni.
A formulare ai militari le prime domande sarà la pm Laura Taddei che ha coordinato le indagini dei fatti dell’epifania del 2023. Dopo di lei ci saranno gli avvocati di parte civile che, già nel primo processo a carico di Mugnai, avevano chiesto di alzare l’asticella e riformulare il reato in omicidio volontario, anziché eccesso colposo di legittima difesa. E così tutto si è riaperto fino al nuovo procedimento in corte d’assise, davanti alla presidente della sezione penale Anna Maria Loprete, il giudice a latere e sei giudici popolari, estratti tra i cittadini.
Saranno loro a decidere il destino di Mugnai che da parte sua ha sempre partecipato alle udienze con testimoni, ascoltando silenzioso le parole di chi raccontava quel giorno che gli ha cambiato la vita. A difenderlo ci sono gli avvocati Piero Melani Graverini e Marzia Lelli che continuando a solcare il tracciato della legittima difesa: “La casa poteva crollare, che altro doveva fare?” dicono in tribunale, con più forza dopo che l’ingegnere Canè lo ha anche detto davanti alla corte. Un punto a sostegno della legittima difesa ma adesso è da capire nei contorni cosa sia accaduto prima dell’assalto e se i colpi fossero parti già in un primo momento.
Come aveva ricostruito il gup Claudio Lara nella sua ordinanza di restituzione degli atti alla pm per la nuova formulazione ci sarebbe stata una prima fase in cui l’imputato avrebbe sparato prima che la benna del mezzo puntasse sua dimora. Il giudice lo scrive facendo riferimento agli aspetti balistici emersi negli atti dei Ris che oggi saranno al centro della discussione. Mugnai dice di aver sparato solo per difendersi ma se avesse fatto fuoco mentre Dodoli se la stava prendendo con le sue auto la situazione si potrebbe fare più complessa per la difesa dell’ artigiano. Ma per ora sono tutte ipotesi: le risposte arriveranno stamani, in aula. E su quelle la Giustizia farà il suo corso.