
Aldo Poponcini, comandante della Polizia Municipale di Arezzo, lancia l’allarme: «Serve rispetto e prudenza sulle strade»
di Gaia PapiAREZZOE’ un’estate nera per le strade aretine. I numeri degli incidenti raccontano di una vera e propria emergenza. "Non si tratta solo di inasprire le sanzioni. Serve una presa di coscienza collettiva: non ci si può mettere alla guida se non si è lucidi, se si è stanchi, se si ha bevuto. E va rispettata la velocità, va rispettato chi condivide la strada con noi. Serve attenzione, e soprattutto rispetto. Perché in gioco non ci sono solo le regole, ma la vita delle persone". A dirlo è il comandante della Polizia Municipale di Arezzo, Aldo Poponcini, che fotografa una città dove la cultura della sicurezza arranca. Passiamo al setaccio la città. Partiamo dai monopattini. Non è il loro numero a preoccupare, ma il modo in cui vengono utilizzati. "I monopattini non sono tantissimi in città – spiega – parliamo di qualche decina, quindi un numero contenuto. Tuttavia, l’uso del casco non è ancora diffuso come dovrebbe: la legge 177 del 14 dicembre lo impone, ma molti ancora non lo indossano". A confermare la tendenza arrivano anche i numeri: da giugno sono state elevate 23 sanzioni per uso scorretto del monopattino, soprattutto per la mancanza del casco. "Sono poche in termini assoluti, ma indicano che l’attenzione resta alta – sottolinea Poponcini – e che serve ancora lavorare sulla prevenzione e sull’educazione alla sicurezza". Se i monopattini sembrano sotto controllo, lo stesso non si può dire per le biciclette elettriche, soprattutto quelle usate dai rider per le consegne a domicilio. "Il problema è evidente – continua – in centro, tra via Roma e via Crispi, i conducenti non rispettano la segnaletica, ignorano la pista ciclabile e creano pericolose situazioni di conflitto con i pedoni. A volte vanno anche a velocità eccessive. Stiamo intervenendo, specie nella direttrice dallo stadio a piazza Guido Monaco, ma non sempre è facile controllare tutto il territorio".L’estate 2025 ha fatto registrare un aumento degli incidenti stradali gravi e non solo sulle autostrade. "Il problema è la distrazione, sempre più legata all’uso del cellulare. Anche chi ha il Bluetooth rischia: rispondere a una chiamata mentre si guida è già un fattore di distrazione. Serve responsabilità, non basta la tecnologia". E infatti Poponcini sottolinea come la percezione delle proprie capacità di guida sia spesso errata, specie tra chi guida da tanti anni: "Molti pensano di avere tutto sotto controllo, ma non è così. Il traffico è quadruplicato, le strade non sono adatte, i riflessi non sono più quelli di una volta. Bisogna essere consapevoli di questi limiti". Altro fronte caldo: i giovani su ciclomotori, che nelle ore serali "sfrecciano a velocità folli tra le 23 e le 24, senza rispetto delle regole. Non abbiamo abbastanza pattuglie per coprire ogni angolo della città, ma la situazione è grave. E gli incidenti non sono solo numerosi, ma possono avere conseguenze pesanti: invalidità permanenti, traumi, lesioni".