Assalta casa del vicino con la ruspa e viene ucciso: vecchi rancori tra vittima e omicida

Arezzo, la serata di follia nella frazione di San Polo. La violenta lite finisce a fucilate

Arezzo, 6 gennaio 2023 - Una follia omicida scatenata da vecchi rancori. Una lite violentissima e dalle parole i due vicini passano ai fatti. Il primo, che lavora nell'ambito del movimento terra, prende la sua ruspa e cerca di demolire la casa del rivale. L'altro, visto quello che sta succedendo, imbraccia il fucile che si usa per la caccia al cinghiale, spara e uccide l'uomo alla guida della ruspa.

Minuti di terrore. La casa colpita ora è inagibile

Una vicenda i cui contorni adesso cercano di ricostruire i carabinieri. Il bilancio di questa folle serata è di un morto, un uomo in carcere e due famiglie distrutte dalla paura e dal dolore. Accade a San Polo, frazione di Arezzo, un luogo immerso nella tranquilla campagna toscana, un posto tranquillo. Qui erano note le liti tra Gezim Dodoli, 59 anni, la vittima e Sandro Mugnai, 53 anni, il fabbro di San Polo che ha sparato. 

Le foto sul luogo della tragedia

Ma nessuno pensava che tutto sarebbe sfociato in questa violenza cieca. Sono le 20.30 circa del 5 gennaio. In casa di Sandro Mugnai si cena. E' una serata prefestiva, a tavola ci sono la famiglia di Mugnai, che ha due figli, e altre persone. A un certo punto sentono un frastuono. La casa viene scossa dai colpi che con la ruspa sta dando sulla porta e sulle finestre il Dodoli.

Il sacerdote: "Le due famiglie in passato si erano frequentate"

Vuole demolire la casa con i colpi del suo pesante mezzo. Si muove all'impazzata nel piazzale dell'abitazione vicino alla sua. Travolge quattro macchine, poi appunto va verso l'abitazione. Colpisce anche le finestre al primo piano, oltre al tetto. A quel punto Mugnai reagisce imbracciando il fucile da caccia. Spara diversi colpi. Almeno tre quelli che distruggono il vetro della cabina della ruspa e colpiscono il 59enne, di origine albanese. 

Si odono gli spari, le urla di chi era in casa, il motore della ruspa che resta acceso mentre la vittima è agonizzante. Sono momenti tragici nella zona. Arrivano il 118, i carabinieri, i vigili del fuoco. Per Gezim Dodoli non c'è più niente da fare. Mugnai viene subito fermato dai carabinieri e portato in caserma, mentre i vigili del fuoco del comando di Arezzo mettono in sicurezza la ruspa accesa e aiutano le persone a uscire dalla casa pesantemente danneggiata. Abitazione che più tardi verrà dichiarata inagibile. 

Sul piazzale tra le due case ci sono i resti di una battaglia. Sono i carabinieri appunto a svolgere i rilievi e a ricostruire i diversi aspetti della vicenda. Da quanto le liti tra i due andavano avanti? Cosa ha scatenato la follia? Sono le domande a cui gli investigatori cercano di dare risposta sentendo i testimoni. Mugnai è in carcere. Si valuta la sua posizione, la procura di Arezzo è al lavoro in attesa dell'interrogatorio di garanzia.

«Abbiamo sentito il rumore del metallo schiacciato delle auto e poi mio padre, accortosi di quanto stava accadendo ha sparato», ha detto uno dei figli dell'uomo fermato. Gezim Dodoli, operaio albanese sposato con due figli, in Italia era arrivato oltre 30 anni fa e con la famiglia era andato ad abitare a San Polo, alle porte di Arezzo. Qui ha trovato la morte in una notte assurda, di follia.