Morte di Chiara Meoni, "Ti amo Chiarissima": il saluto del fidanzato

Grande folla ai funerali della ragazza diciottenne. Il suo messaggio: «Tenetemi nel cuore». Il dolore della mamma, il ricordo degli amici

I funerali di Chiara

I funerali di Chiara

Arezzo, 24 maggio 2021 - «Un figlio cresce con te, lo porti in pancia nove mesi e pensi che sarà lui a portarti al cimitero e invece…». Elena ha lo sguardo fisso sulla bara di legno chiaro mentre scandisce le parole di una madre che ha perso la figlia di 18 anni e vive il dolore con dignità. La foto di Chiara Meoni fissa l’immagine di una ragazza bellissima che ha dovuto ingaggiare una lotta serrata contro un male incurabile.

Ha combattuto con coraggio, sapendo che avrebbe potuto non farcela; per questo prima di andarsene, ha voluto salutare uno ad uno gli amici più cari e scrivere l’ultimo pensiero da consegnare a quanti l’hanno amata o solo incontrata, ma che non dimenticheranno il dono consegnato a ciascuno: il suo sorriso. «Non mollate mai, vivete con il sorriso per raggiungere i vostri sogni.

Fabrizio Meoni e la figlia Maria Chiara
Fabrizio Meoni e la figlia Maria Chiara

Io l’ho fatto, tenetemi d’esempio e nel cuore», ha scritto Chiara e la frase sta dietro la foto-ricordo. Palloncini bianchi volano sopra il campo di calcio dell’Oratorio del Rivaio, la chiesa dove solo quattro anni fa Chiara ha ricevuto la Cresima. Centinaia di persone, la comunità di Castiglion Fiorentino, è immobile sul prato e assiste ai funerali della figlia di Fabrizio Meoni, il re della Dakar.

Accanto alla bara ci sono la mamma e il fratello Gioele, «due giganti» li definisce il sindaco Mario Agnelli nel saluto a Chiara. Era molto legato alla ragazza che ha visto crescere, ha seguito il suo calvario e a stento trattiene le lacrime. Chiara aveva due anni quando ha perso il padre: era l’11 gennaio 2005 e Fabrizio Meoni correva la sua ultima Dakar.

Tanti fiori e lacrime durante i funerali, ma il silenzio è squarciato dalle rondini in giostra che sembrano incoraggiare al ricordo, il luogo dove ora Chiara vive. I suoi doni «sono già seme che sta dando frutti» dice don Emanuele nell’omelia, come quelli generati dal padre dopo la morte, con i progetti della Fondazione-Onlus che porta il suo nome ed Elena e Gioele mandano avanti occupandosi di Africa, la seconda «casa» del campione di motociclismo.

Sul prato, ci sono i compagni di scuola del quarto anno del liceo linguistico che con Chiara hanno condiviso studio e sogni; le amiche si avvicinano al microfono per l’ultimo saluto. «Il 23 gennaio mi guardasti dritto negli occhi e mi dicesti: se io dovessi morire ricordati che ti ho amata tanto, Longo» sussurra una ragazza.

C’è una lanterna di carta di riso che tentenna, prima di librarsi nell’aria e planare tra le mani di Matteo, il fidanzato di Chiara che accarezza la bara rivestita di fiori della mamma e del fratello, accanto al cuscino di rose rosse a forma di cuore dove è scritto il suo nome. «Chiara, siamo sempre stati insieme; ti ringrazio per ciò che mi hai insegnato.

Ti amo con tutto il cuore. Buon viaggio, Chiarissima». Il rombo delle moto rimbalza nel vento che danza sul prato: sono i centauri venuti a rendere omaggio a Chiara nel ricordo del padre. Il rombo si fa intenso e prolungato: come se in sella alla sua moto fosse venuto anche Fabrizio Meoni a prendere la sua piccola Chiara.