Tutta Castiglioni all'ultimo addio per Chiara, la figlia di Meoni

Il sindaco Agnelli in lacrime, il ricordo di Daniele Bennati. La folla commossa. Una malattia implacabile non lascia scampo alla ragazza di 18 anni:

I funerali di Chiara

I funerali di Chiara

Arezzo, 23 maggio 2021 - Una grande folla ha dato l'addio a Chiara Meoni, la figlia diciottenne di Fabrizio, l'erore della Dakar. La cerimonia si è svolta al campo sportivo del circolo Acli Rivaio per dare modo ai tantissimi di poter partecipare. La messa, celevrata dal parroco del Rivaio don Emanuele Di Mare, si è svolta in un clima di grande commozione collettiva. Tutta Castiglion Fiorentino si è stretta intorno a mamma Elena e al fratello Gioele, in lacrime il sindaco Mario Agnelli che ha ricordato Chiara con voce rotta dall'emozione. Anche il campione di ciclismo Daniele Bennati, opinionista del processo al tappa del giro d'Italia, ha avuto parole commosse ricordando Chiara.

Desiderava tornare a casa, tra gli affetti e le cose della sua vita, prima della malattia. Sei mesi di ospedale non sono bastati a salvarla da quel male incurabile che non le ha dato scampo. Chiara Meoni aveva 18 anni, si è spenta ieri mattina nell’abitazione dove viveva con la madre Elena e il fratello Gioele e dove ha vissuto i primi anni di bambina insieme al padre, Fabrizio Meoni, il «re» del deserto, il mito della Dakar.

Il dolore per la perdita di Chiara è piombato a Castiglion Fiorentino con la forza di uno tsunami. Oggi nella città del Cassero è lutto cittadino: lo ha proclamato il sindaco Mario Agnelli, molto legato alla famiglia Meoni e in particolare a Chiara che ha visto crescere quando il padre è scomparso nell’incidente lungo il tracciato della Parigi-Dakar: era l’11 gennaio 2005.

Un uomo diventato leggenda non solo per le grandi imprese sportive in sella alla moto a domare le dune del deserto, ma anche per la straordinaria generosità verso chi sta peggio. L’Africa era diventata la seconda «casa» e l’impegno per i bambini africani era il collante del profondo legame con padre Arturo Buresti, indimenticato fondatore dell’associazione «Solidarietà in buone mani».

Da sedici anni, la moglie Elena porta avanti la missione umanitaria con la Fondazione-Onlus intitolata al grande campione. Chiara sapeva di avere un padre speciale anche se non lo ha vissuto come fa ogni bambina che diventa adolescente. Nel 2005 quando lui se n’è andato, aveva solo due anni ma è cresciuta tra immagini, ricordi e gli amici più vicini che hanno sostenuto la madre nel dolore della perdita e nella cura dei due figli.

Chiara frequentava il liceo «Giovanni da Castiglione» con indirizzo linguistico nella città che amava molto e come tutte le ragazze della sua età aveva la luce dell’amore negli occhi, quella per un ragazzo che l’ha accompagnata nel calvario della malattia. Dal suo letto d’ospedale, al Meyer, non si sono mai mossi la madre e il fratello Gioele che l’hanno sostenuta, incoraggiata cercando di proteggerla da una prova più grande di lei.

Chiara l’ha affrontata con coraggio e la pazienza di chi spera che dopo la fatica della salita, il cammino diventi più leggero. «Cara Chiara, sapevi di aver avuto un padre leggendario e adesso spero che tu possa correre assieme a lui.

Hai avuto anche una madre e un fratello straordinari che hanno dimostrato di essere speciali esattamente come Fabrizio» scrive in un messaggio toccante il sindaco Agnelli per il quale «nulla sarà come prima». I funerali di Chiara sono stati celebrati all’aperto, nell’ex campino del Seminario.  nella sala del Rivaio.