AREZZO
Cronaca

L’appello a Tajani per Pecorelli: "Violati i diritti umani in Albania"

Gli avvocati dell’ex arbitro scrivono al governo: "Condizioni di detenzione disumane, intervenga l’Italia"

Davide Pecorelli, il 49enne rinchiuso da maggio in Albania; sopra il ministro Tajani

Davide Pecorelli, il 49enne rinchiuso da maggio in Albania; sopra il ministro Tajani

di Fabrizio Paladino

"Occorrono immediate e opportune iniziative di protezione del cittadino italiano Davide Pecorelli affinché siano ripristinati e garantiti i diritti umani fondamentali del detenuto: si chiede inoltre di vigilare affinché si celebri un processo equo innanzi alla Corte d’Appello di Tirana". E’ la richiesta che gli avvocati dell’ex imprenditore e arbitro hanno inoltrato ieri con una lettera al ministro degli affari esteri della Cooperazione, Antonio Tajani, e all’Ambasciata italiana a Tirana. I legali del 49enne di San Giustino umbro, Massimo Brazzi e Andrea Castori, su indicazione del loro cliente hanno pure coinvolto ufficialmente in questo disperato appello anche due rappresentanti tifernati del Pd, la deputata Anna Ascani e il senatore Walter Verini, ai quali è stata inviata per conoscenza la comunicazione.

Come è noto, a marzo il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha concesso l’estradizione all’Albania di Pecorelli sulla base del mandato d’arresto emesso dal Tribunale di Puke per i reati di truffa (o appropriazione indebita), profanazione di tombe, intralcio alla giustizia, istruzione della proprietà tramite incendio, commessi nel gennaio 2021 nel Paese delle Aquile. L’8 maggio il sangiustinese è stato tradotto al carcere di Tirana in attesa del processo di appello che si celebrerà il 18 settembre. Nel frattempo – come sottolineano gli avvocati nella nota congiunta – la situazione del cittadino italiano, ristretto nel carcere di Tirana, prigione 313, edificio A, settore 2-5, camera 2 "appare assai allarmante". Peraltro nella prima istanza alla Corte d’Appello di Perugia e poi alla Suprema Corte di Cassazione c’era stato modo di sottolineare "che le condizioni detentive in Albania non sarebbero in linea con gli standard minimi europei, tanto che vi era il serio rischio che sconfinino in trattamenti inumani e degradanti in palese violazione dell’art. 3 Cedu". Secondo quanto riferito dall’assistito, le condizioni di Pecorelli "sarebbero pessime e comunque disallineate rispetto ai report internazionali citati nelle sentenze della fase giurisdizionale del procedimento di estradizione. Risulta, quindi, doveroso approfondire la condizione dei luoghi ed il trattamento in concreto inflitto nei confronti del detenuto cittadino italiano il quale ha il diritto di ricevere condizioni igieniche e di vita quotidiana dignitose e non umilianti, che mettono a serio rischio la sua integrità fisica e psichica".

Una camera di detenzione di soli 16 mq. in cui sono “stipati” ben 8 detenuti con topi nel bagno, senza acqua corrente, non pare che sia un trattamento detentivo da perimetrare nel "quadro sostanzialmente positivo" risultante dai report internazionali citati nella sentenza della Corte di Cassazione. Oltre a ciò, soltanto grazie all’intervento dell’associazione privata "Avvocati del Popolo" Pecorelli sarebbe riuscito ad ottenere il deposito delle motivazioni del provvedimento di convalida dell’arresto. La storia giudiziaria di Pecorelli comunque sta avendo riscontri anche a livello nazionale: nei giorni scorsi, infatti, "Ale della Giusta" lo pseudonimo di Alessandro Della Giusta – un influencer, youtuber e imprenditore italiano – ha pubblicato un video raccontando quanto accaduto all’ex imprenditore.