
Il consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli
Cortona, 29 luglio 2025 – Sono a rischio i 3,7 milioni di euro riconosciuti dal Tribunale di Arezzo ai familiari delle vittime dell’eccidio di Falzano, il massacro compiuto dalle truppe naziste il 27 giugno 1944 a Cortona. L’Avvocatura dello Stato ha infatti impugnato la sentenza n. 42/2025 che, per la prima volta, aveva condannato la Repubblica Federale di Germania al risarcimento per un crimine contro l’umanità riconosciuto dalla giustizia italiana. Una scelta che ha suscitato profonda amarezza.

“Riteniamo che questa decisione trasmetta un messaggio dolorosamente equivoco – commenta il consigliere regionale del Pd Vincenzo Ceccarelli – perché mette in discussione non solo un diritto legittimamente affermato, ma anche la sensibilità dello Stato italiano verso le vittime delle barbarie nazifasciste e i loro discendenti”. Parole condivise anche dal legale delle famiglie, Gianluca Luongo: “L’atto di appello dell’Avvocatura è un insulto alla memoria delle vittime. È una strategia per guadagnare tempo e rinviare l’applicazione di una sentenza chiara e giusta”. Ma qual è il nodo giuridico? Secondo l’Avvocatura dello Stato, non è più la Germania a dover rispondere dei danni, bensì lo Stato italiano, tramite un fondo istituito con il decreto-legge 36/2022 (il cosiddetto “Decreto Draghi”). La difesa erariale contesta anche la competenza del Tribunale di Arezzo, sostenendo che il processo doveva tenersi a Roma o Firenze.
Il Tribunale aretino ha però respinto questa impostazione, sostenendo che la giurisdizione italiana è legittima per crimini contro l’umanità e che la Germania, erede del Terzo Reich, resta civilmente responsabile. Inoltre, ha chiarito che per accedere al Fondo è necessaria una sentenza che quantifichi il danno, non una semplice presa d’atto. Durissimo il commento del senatore Pd Dario Parrini: “Suscita sdegno l’ennesimo esempio di ostruzionismo del governo contro i parenti delle vittime di crimini nazifascisti. La Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Economia, appellando la sentenza, allontanano il momento in cui gli eredi potranno ottenere giustizia. Per inciso si tratta delle stesse persone alle quali, con un clamoroso errore, l’Agenzia delle Entrate chiese le imposte sul risarcimento, salvo poi tornare indietro dopo le proteste”. Parrini sottolinea inoltre come, dal 2022, il Governo non abbia fornito alcuna trasparenza sull’utilizzo del fondo risarcimenti: “Sono cadute nel vuoto sette mie interrogazioni e numerose richieste ufficiali al Mef.
È evidente l’intento di pagare il più tardi possibile, in barba all’età avanzata dei familiari delle vittime. Siamo di fronte a una strategia di boicottaggio dei diritti degli eredi. In uno Stato che si fonda sulla Costituzione antifascista, un simile comportamento è inconcepibile e merita una condanna ferma e unanime”. La prossima udienza è fissata per il 4 novembre 2025 davanti alla Corte d’Appello di Firenze.