
Esclusi dai fondi per l’eccidio di Falzano continueranno a chiedere il riconoscimento del loro diritto. L’avvocato Remi: "Rivalsa sul ministero" .
di Laura Lucente
CORTONA
"Esclusi dai risarcimenti per la strage di Falzano, proseguiamo convintamente la nostra battaglia". A parlare sono Lorella Valli e Renato Casucci i pronipoti di Francesca Bistarelli una delle vittime del massacro nazifascista consumatosi il 27 giugno del 1944.
Dopo che negli scorsi mesi, con una sentenza del Tribunale di Arezzo è stata disposta l’erogazione dei ristori previsti dai fondi Pnrr, di quasi 4 i milioni di risarcimento in favore di 17 parenti delle vittime della strage, hanno deciso di far valere anche i loro diritti.
Nonostante la loro costante commemorazione della bisnonna e la partecipazione a eventi celebrativi, non erano a conoscenza della causa che avrebbe permesso loro di accedere all’indennizzo messo a disposizione. "E come noi, molti altri", aggiunge Valli.
Una mancanza di comunicazione che ora rischia di generare una nuova ferita, dentro una memoria ancora aperta.
Il timore, ora, è che un errore procedurale si trasformi in un’ingiustizia storica.
Da qui la decisione di non arrendersi rivolgendosi ad un legale per cercare di dipanare la matassa. Alla loro causa si sono uniti oltre un’altra ventina di parenti, anche loro esclusi dal risarcimento milionario. Proprio nei giorni scorsi si sono incontrati nella montagna cortonese per discutere il da farsi.
A rappresentarli ci pensa lo studio aretino dell’avvocato Tiberio Baroni che insieme alla collega Barbara Remi stanno studiando una strategia per vedere riconosciuti anche i loro diritti.
I termini per poter accedere al Fondo sono ormai chiusi da dicembre 2023 e occorre quindi una via alternativa.
"Il nostro obiettivo è quello di accertare immediatamente il diritto di ottenere per tutti i nostri assistiti un risarcimento per la morte di un proprio congiunto – spiega nel dettaglio l’avvocato Remi – una volta ottenuto il diritto faremo rivalsa nei confronti del ministero che ha istituito il Fondo e non escludiamo anche una richiesta parallela all’Ex Repubblica Federale Tedesca oggi lo Stato Germania. Inoltre, in alcuni casi specifici, ci sarà anche una rivalsa sulla somma ottenuta con la recente sentenza del Tribunale di Arezzo".
Era il 27 giugno 1944 nella località di montagna di Cortona. Un massacro avvenuto in due giorni, nell’ambito di una rappresaglia contro i partigiani che avevano aperto il fuoco sui tedeschi, uccidendo due dei tre nazisti che stavano sequestrando merci ad un fattore. Vennero assassinati civili rastrellati a caso, distrutte case coloniche, e 12 uomini furono rinchiusi in una fattoria, fatta poi esplodere con tubi di gelatina. Si salvò solo un ragazzo, allora quindicenne, Pietro Massetti che in questi anni ha portato la sua viva testimonianza di quei tragici fatti.