
Presentato il trofeo in palio sabato: l’opera di Capitani è piena di colore. Il sindaco annuncia l’etilometro per tutti coloro che si vestono in piazza.
di Serena ConvertinoAREZZOSarà la Giostra della speranza. E della sicurezza. La 147esima edizione del Saracino punta a uno spettacolo senza intoppi. Dopo l’edizione della vergogna del primo settembre 2024, quando la sfilata del corteo storico fu macchiata da episodi di violenza, il questore e il sindaco mettono la firma su un "mai più" e da questa edizione impongono ai figuranti dei quattro quartieri un alcol test prima della partenza della sfilata. Bollino rosso o bollino verde. Lo strumento, tarato sui limiti imposti per legge a chi si mette alla guida, segnalerà alle autorità chi potrà partecipare o meno alla storica sfilata che ad ogni edizione di Giostra vede scontri più o meno notevoli tra figuranti, quartieristi avversari e semplici spettatori. Una sfilata sicura che non cambia però i propri connotati. La coreografia rimane la stessa eccetto che per un dettaglio: per incentivare comportamenti corretti, i rettori, che fino a settembre hanno sfilato separatamente, sabato 21 giugno apriranno ognuno il corteo del proprio quartiere. Un’edizione all’insegna della sicurezza che punta tutto sul tema della speranza, in richiamo al Giubileo indetto da Papa Francesco e passato ora sotto la guida spirituale di Papa Leone XIV.
"In tempi difficili che richiedono speranza e decisione, quella che abbiamo realizzato- spiega l’artista scultore Mauro Capitani- è una lancia che non vuole solo essere un premio al migliore in gara, ma un’opera d’arte con un significato, fatta da mani artigiane". La lancia, realizzata rigorosamente in legno di tiglio, è frutto del lavoro a due mani di Capitani, che si è occupato del bozzetto, e del Maestro Intagliatore Francesco Conti. "Abbiamo deciso di partire dall’elemento della colonna del Bernini per poi continuare con un racconto che decora l’impugnatura con un’ancora nel mare. Un simbolo che ci ricorda quanto per sperare sia anche necessario aggrapparsi alle radici". Due delicati pettirossi poggiati sulle ancore come simbolo di resistenza al freddo e come primo annuncio della rinascita della primavera e un vessillo bianco e rosso in omaggio alla Resurrezione di Piero della Francesca. Il racconto inciso sulla lancia prosegue con simboli che regalano grande colore e significato al trofeo di questa edizione di Giostra, dedicata al Giubileo e al tema della Speranza. Un racconto fatto a mano, che non dimentica di inserire il ritratto di Papa Francesco e di Papa Leone XIV vicini a due mani che idealmente sostengono l’asta. La Giostra ha il suo trofeo e si prepara all’estrazione delle carriere. La cerimonia, che si terrà stasera a partire dalle 21.30 di fronte a Palazzo Comunale, è solo l’inizio di un’intensa settimana di preparativi che vedono i quartieri già in fermento per la conquista della lancia d’oro. Una lancia che i rettori ammirano con scaramanzia: guai a chi la tocchi prima del tempo. Maurizio Carboni da Porta Sant’Andrea e Giacomo Magi da Santo Spirito si augurano il bis di lance dedicate al Giubileo, dopo le due vinte nel 2016 in occasione del Giubileo della Misericordia, mentre in casa rosso verde, Andrea Fazzuoli guarda alle mani impresse sul legno immaginandovi le proprie. Ma se la lancia è dedicata al tema della ’speranza’, il palco è tutto per i giallo-cremisi. Il rettore Roberto Felici si lascia così andare a una battuta: "Che sia la volta buona, per noi che vinciamo ogni morte di papa...".