
L’edilizia è. il settore maggiormente sotto pressione con molti lavori legati al bonus ristrutturazioni da chiudere entro luglio. Scattano le contromisure
La "campanella" suona alle 5,30. In cantiere e nei campi. L’anticiclone colpisce l’Italia, Toscana compresa, e la colonnina di mercurio si impenna fino a sfiorare i 40 gradi (percepiti). Da domani a domenica è prevista un’ondata di calore che porterà le temperature a quota 35 gradi. Gli effetti del clima impazzito ci sono già in questo avvio d’estate: le imprese corrono ai riparti e riscrivono il "cartellino" delle otto ore di lavoro. Muratori, operai, impiantisti, piastrellisti, specialisti dei manufatti in cartongesso: la sveglia suona alle 5,30 per ottimizzare gli impegni prima che la canicola esploda in tutta la sua potenza. Vale anche per gli agricoltori che ricalibrano le lancette degli orologi e i timer dei macchinari su nuove fasce orarie.
Giù dal letto al canto del gallo per poi interrompere la cura dei campi e la preparazione dei raccolti per l’ora di pranzo. Ma non è solo una questione di orari che si rimodulano a seconda delle necessità, perchè ci sono aziende, sopratutto nel settore dell’edilizia, che per tipologia di specializzazione, sono costrette a fermarsi o a ridurre le ore di lavoro, ricorrendo alla cassa integrazione "prevista dal nostro contratto nazionale di lavoro come una tra le misure per fronteggiare il fenomeno delle ondate di calore" spiega Claudio Luzzi, imprenditore e vicepresidente provinciale della federazione edili di Confartigianato. Lui in questo momento ha otto cantieri aperti e undici collaboratori diretti ai quali se ne aggiungono altrettanti esterni, nel ruolo di terzisti. "Dove è possibile cominciamo a lavorare alle 6, ma certo non si può fare in un condominio. E laddove non è possibile, lavoriamo con secondo gli orari standard ma sospendiamo nel pomeriggio, magari orientandoci su cantieri in ambienti chiusi".
Per Lucio Valeri, al timone di un’azienda casentinese esperta nella realizzazione di strade e viali in calcestrutto architettonico la sveglia suona ancora prima: alle 5.30. "Sfruttiamo le ore più fresche, poi facciamo una pausa a metà mattina per poi chiudere la giornata alle 14, anche se per me che sono il titolare non cambia nulla, resto in ufficio per preparare gli impegni del giorno successivo". Quattro dipendenti e cantieri aperti in varie zone del Casentino, Valeri (che oggi assume l’incarico di presidente provinciale degli edili di Cna) si sofferma sull’impatto che l’adattamento alle nuove regole previste dal protocollo della Regione produce: "Nel nostro caso dobbiamo fermarci quando ci sono temperature troppo elevate che non consentono una corretta posa del calcestruzzo, così come accade per altre tipologie professionali".
L’edilizia resta il settore maggiormente sotto pressione con molti lavori legati a ristrutturazioni e bonus da chiudere entro luglio. Rifacimento di facciate, interventi su impalcature e tetti, sono attività che espongono i lavoratori all’effetto del clima impazzito. La parola d’ordine è flessibilità degli orari “che devono essere lasciati organizzare agli imprenditori a seconda delle esigenze del cantiere. L’obiettivo è conciliare al meglio le esigenze di consegna dei manufatti con la tutela dei lavori”, sottolineano all’unisono. E’ la prima regola scritta sui protocolli. Che qui diventa priorità per ogni azienda e per chi controlla.