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"Imparai a contare coi bottoni". Basagni jr svela il segreto dell’azienda che veste i bimbi

Il bilancio 2024 si è chiuso a quota 64 milioni di euro. Sono 350 i dipendenti . Il 75% è rappresentato da donne, la maggioranza vive in Casentino. Scenari e sfide. .

Da oltre cinquant’anni Miniconf è nel settore dell’abbigliamento per bimbi e ragazzi

Da oltre cinquant’anni Miniconf è nel settore dell’abbigliamento per bimbi e ragazzi

Claudio

Repek

C’è chi impara a contare con le dita e chi con i bottoni. Come Leonardo Basagni: "Quando facevo le elementari, un mese d’estate lo passavo in azienda. La mattina mettevo in fila bottoni, etichette e cerniere. Ero la mascotte del magazzino, mi avevano confezionato un mini spolverino, una piccola tuta da lavoro con il mio nome. Per me l’azienda ha sempre rappresentato una seconda casa". L’azienda è Miniconf, da oltre cinquant’anni nel settore dell’abbigliamento per bambini e ragazzi da 0 a 16 anni. Nata come laboratorio artigianale, ha mantenuto le radici a Ortignano Raggiolo, crescendo fino a diventare una delle prime dieci aziende in Italia del settore. Oltre che in Italia, vende all’estero, in Paesi come Spagna, Grecia, Russia, Portogallo e area balcanica. Il bilancio 2024 si è chiuso a 64,3 milioni di euro. Conta 350 dipendenti: il 75% sono donne e la maggioranza di quelli in sede proviene dal Casentino.

Leonardo Basagni, 44 anni, rappresenta la seconda generazione di un’impresa di famiglia. Presidente e fondatore è il padre Giovanni, vice presidente lo zio Giuseppe. Laurea in economia e commercio, master alla Bocconi, è entrato in azienda nel 2004. Un’esperienza di tre anni alla direzione della filiale iberica e poi la crescita fino a diventare nel 2022 Direttore generale. Rimanere a Ortignano Raggiolo, comune con poco più di ottocento abitanti, in una vallata non certo famosa per le sue infrastrutture, non è un caso ma una scelta. "Come mio padre e gli altri soci della famiglia, sento una grande responsabilità verso il Casentino e le persone che lavorano in Miniconf. Un esempio? Il sostegno alla scuola di San Piero in Frassino. Nel 2010 abbiamo anche supportato l’apertura del nido il Magico Boschetto. L’obiettivo è favorire una migliore conciliazione tra vita privata e attività lavorativa". Miniconf offre ai figli dei dipendenti una borsa di studio Intercultura per un programma estivo di approfondimento linguistico all’estero e collabora con l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, a cui fornisce kit di prima accoglienza per i bimbi che arrivano in urgenza. Leonardo Basagni è chiamato ad affrontare sfide inedite. "Il nostro settore è profondamente cambiato: le aziende medio piccole sono diminuite a favore dei gruppi più grandi e per questo motivo dobbiamo essere più veloci della concorrenza e pensare fuori dal nostro perimetro. Sul segmento bambino pesa la progressiva riduzione della natalità e il cambiamento delle priorità di spesa del consumatore finale: l’abbigliamento non è più una priorità per le famiglie come in passato. Noi crediamo che la soluzione non sia abbassare la qualità, ma al contrario continuare ad investire in prodotti belli e in grado di durare nel tempo. Questo non solo garantisce minori conseguenze dal punto di vista ambientale ma anche un concreto risparmio economico per il consumatore, nel momento in cui il prezzo viene messo in rapporto al suo reale utilizzo".

Il futuro? "Negli anni Trenta ci vediamo a fare abbigliamento bambino con i nostri brand Sarabanda, Minibanda e iDO. E a collaborare con aziende dell’adulto che hanno una linea kids. Qualsiasi scelta futura sarà basata su due pilastri. Il primo è la fedeltà ai nostri valori e cioè rispetto, trasparenza e lealtà. Il secondo è la convinzione che nessuna tecnologia potrà mettere in discussione la centralità delle donne e degli uomini che lavorano con noi. Una delle lezioni più preziose che ho appreso da mio padre è che le aziende sono fatte di persone e che l’azienda, cioè il loro insieme, viene prima di qualsiasi interesse privato e personale".