Una media di novemila spettatori a serata, molti di più quelli che hanno affollato la notte di Lucio Corsi, cinquemila i biglietti staccati per gli Afterhours di Manuel Agnelli, fino alla festa finale dei 9mila di domenica sera che ha visto al Prato un pubblico intergenerazionale per il grande concerto di Pupo che ad Arezzo ha lanciato il suo tour mondiale per i 50 anni di carriera. Un evento che Enzo Ghinazzi ha regalato alla sua città cantando i brani del nuovo disco e successi intramontabili come Gelato al Cioccolato, Su di Noi e l’immancabile inno dell’Arezzo. Ha appena chiuso i battenti l’edizione 2025 del Mengo Music Fest, che per sei giorni ha portato ad Arezzo 50 protagonisti e il suo direttore artistico pensa già al futuro.
Paco Mengozzi, appena archiviata l’edizione numero 21, la macchina organizzativa è già al lavoro per il 2026? "Questa settimana ci dedichiamo al ripristino dell’area del Prato e agli smontaggi, poi ripartiamo per l’anno prossimo e per gli appuntamenti dietro l’angolo. Come il concerto di Emma Nolde il 1 agosto per Estate in Fortezza, per cui parte la prevendita, biglietto simbolico 5 euro, e poi il Warehouse Decibel fest il 13 settembre. Avanti su tutti i fronti, anche per il Mengo 2026". Ha aperto l’evento in memoria di Benvegnù con una carrellata di artisti che lo hanno ricordato da Irene Grandi a Piero Pelù, poi il super Lucio Corsi, gli Afterhours di Manuel Agnelli, e la chiusura con la data del tour mondiale di Pupo.
Un’edizione da ricordare, quale la serata più partecipata? "È stata un’edizione storica, indimenticabile sia perché una delle poche così lunghe, sia per la partecipazione di pubblico. C’erano una serie di occasioni irrinunciabili dalla serata in ricordo di Paolo Benvegnù, quasi un festival nel festival per i tanti artisti che si sono avvicendati, al finale di Pupo una notte memorabile per i 50 anni di carriera. Dal punto di vista dei numeri la serata di Lucio Corsi ha battuto qualsiasi record: nell’arco della serata si sono avvicendate oltre 13mila persone, 5mila per quella a pagamento del sabato, 7mila per Pupo. Oltre 50mila nella sei giorni, è stata un’edizione pazzesca, tutte le serate sono state caratterizzate dalla grande risposta del pubblico".
Quest’anno scade il bando triennale del Comune, poi prorogato di uno, l’amministrazione ha già espresso la volontà di pubblicarne uno pluriennale per un altro festival estivo. Un po’ come Sanremo con la Rai, c’è apprensione per il nuovo bando? "Si alza l’asticella del progetto, se viene fatto un bando per un festival giovanile ad Arezzo oggi esiste già, è una forma di trasparenza. Ovvio che se arriva una proposta di grande profilo, può aspirare a prendere quel supporto dal Comune. Ma la fine di questo ciclo 3 più 1, ha portato il festival in maniera evidente a una crescita anche dell’indotto, sia per copertura mediatica che per collaborazioni con Intour e Discover. Si è sbloccato un meccanismo di attenzione sul festival, vorremmo fosse l’inizio di un percorso di marketing territoriale legato alla manifestazione. Obiettivo portare indotto, come successo con Lucio Corsi quando le file di macchine arrivavano a Tregozzano e la capienza degli hotel era al 100%. Tanta gente hanno smosso anche Afterhours e Pupo. Ora il festival è in grado di ambire a ospiti internazionali. Il bando dovrebbe uniformarsi a questa logica.
Secondo lei è un errore d’impostazione, dunque? "Le politiche giovanili da sole andavano bene a Tortaia, ora è limitante, qui si parla anche di promozione del territorio. Ci sarà un cambio di amministrazione, per il futuro facciamo squadra costruiamo strategie condivise".