
Tanti bambini si avvicinano al tennis affascinati dagli straordinari successi di Sinner, Paolini, Musetti & C.
di Serena Convertino AREZZO L’effetto Sinner-Paolini è sotto gli occhi di tutti. Ma non è solo un fenomeno da Tv o da social. Si tocca con mano nei circoli, sui campi, nei numeri. Anche ad Arezzo il tennis vive un momento d’oro. A confermarlo all’indomani della vittoria di Sinner sul prato inglese di Wimbledon è Giuseppe Pianaccioli, delegato provinciale della Federazione Italiana Tennis e Padel (FItp): "Sinner non è soltanto un campione, è il miglior spot che potessimo avere per questo sport. Un ragazzo che ha fatto del sacrificio e dell’allenamento la sua identità, senza mai un atteggiamento fuori luogo. Non a caso, in campo con Alcaraz mostra di avere un passo in più. È un Djokovic dei tempi migliori".
Numeri alla mano, il movimento cresce. Un balzo di iscritti del 203% nell’arco di 10 anni, e del 27% negli ultimi 3. La spinta decisiva è tutta colpa di Jannik. "Tra tennis e padel – spiega Pianaccioli – in provincia abbiamo 28 circoli attivi, con grandi numeri. I tesserati, un 60% di uomini e un 40 di donne, aumentano da anni,per cui non si tratta solo di effetto Sinner: la federazione lavora da tempo con una strategia precisa, coinvolgendo i territori, i centri tecnici periferici, monitorando giovani promesse con continuità. Quello che vediamo oggi è solo la punta dell’iceberg".
Ad Arezzo, i risultati parlano chiaro. Il Circolo Tennis Giotto è il primo circolo d’Italia per risultati giovanili: vanta due squadre campionesse d’Italia (under 14 e under 16 maschili) e una femminile da ottobre in serie A2 femminile assieme alla TC Castiglionese. "Tra le ragazze più promettenti ci sono Matilde Mariani (23 anni) e Agnese Gentili (18), già pronte per un percorso internazionale. Ma nel tennis l’età non conta quanto nel calcio: è un percorso di sacrificio e pazienza". Una punta di diamante al femminile, quella aretina, che regala già grandi risultati e ne promette di altri, a patto di investire. Il successo del tennis aretino, sottolinea Pianaccioli, non è infatti casuale. "Abbiamo dirigenti motivati e allenatori preparati, e dietro ogni risultato c’è un lavoro importante. Come nel caso del wheelchair, il tennis giocato in carrozzina. In autunno porteremo i Campionati italiani ad Arezzo grazie al lavoro del maestro Giacomo Grazi, che ha creduto fin dall’inizio nella forza di questa disciplina. E oggi ne raccoglie i frutti". Da presidente e da genitore, Pianaccioli ha le idee chiare: "Se mio figlio volesse giocare a tennis, non glielo impedirei mai. Al contrario, lo incoraggerei. Perché qui si imparano valori veri, quelli che formano dentro e fuori dal campo".
Rispetto e lealtà. "Il tennis è uno sport nobile. Vediamo arrivare molti tifosi da altri sport, come il calcio, ma con un atteggiamento diverso: più coinvolti, ma anche più sportivi. Qui non ci sono i dualismi da derby, c’è solo la voglia di vedere belle partite e applaudire chi gioca meglio".