
Il quartetto de Il Mago del Gelato porta sul palco del Mengo il suo primo album
AREZZO Funk, afrobeat e jazz. Questi sono i fondamenti de Il Mago Del Gelato, quartetto formato da Giovanni Doneda (basso), Ferruccio Perrone (chitarra), Pietro Gregori (batteria) e Alessandro Paolone (tastiere). Rubano il nome ad un bar di via Padova a Milano dove si ritrovano a bere un caffè in una mescolanza di lingue e culture diverse che fa da ispirazione alla loro musica. Al Mengo portano il primo disco, "Chi è Nicola Felpieri?", uscito poche settimane fa. Ne abbiamo sentiti tre quarti (della band) in anteprima.
Questa sera sul palco di Arezzo: è la prima volta al festival? "Sì, ma avremmo dovuto suonarci già l’anno scorso. Siamo contenti di venire perché nel 2024 è stata una delle pochissime date che abbiamo saltato per una serie di sfortunati eventi".
L’album ’Chi è Nicola Felpieri?’ è molto narrativo: che storia volete raccontare? "È la nostra prima opera completa e abbiamo deciso di partire da una domanda perché volevamo suscitare curiosità nell’ascoltatore. Il disco può essere un percorso da ascoltare e da fare. Ci piace pensare che partendo dal quesito ogni persona possa creare una propria trama, come se fosse una specie di sottofondo all’immaginazione del pubblico. Noi abbiamo messo la colonna sonora e poi sta all’ascoltatore creare il proprio film. Anche noi dato una nostra versione, con un cortometraggio su YouTube".
Che tipo di esperienza cercate nei concerti? "Il momento del live è uno dei momenti più importanti perché nasciamo sul palco. Il Mago del Gelato è nato live, agli inizi non avevamo neanche una pagina Instagram, una progettualità vera e il primo scopo che avevamo era far ballare la gente. Ad ora, dopo un Ep e dopo un album, lo scopo è rimasto quello, far divertire la gente e creare una bella festa con pubblico".
Se foste davvero un gusto di gelato, che sapore avreste? "Particolari. Ferruccio di alici marinate e grana padano, Alessandro gorgonzola e basilico, Riccardo cetriolo e feta. E poi ci mettiamo un bel ghiacciolo all’anguria".
Marianna Grazi