
Il MuVet propone un approccio innovativo alla fruizione del suo patrimonio
CORTONADue opere legate da un filo invisibile che attraversa i secoli tornano a confrontarsi, questa volta a Vetulonia. Dopo il successo della mostra-evento "Giano-Culsans" organizzata a Cortona nell’ambito delle celebrazioni dedicate a Gino Severini, il bronzo etrusco del dio Culsans e l’opera futurista dell’artista cortonese sono di nuovo fianco a fianco. L’occasione è offerta dalla grande esposizione "Un Mecenate e i suoi tesori. La collezione archeologica di Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona a Roma", inaugurata il 16 agosto al Museo civico archeologico "Isidoro Falchi" di Vetulonia e visitabile fino al 9 aprile 2026.
La mostra, curata da Simona Rafanelli e Vincent Jolivet, porta per la prima volta fuori dalla residenza romana una selezione della prestigiosa raccolta del marchese Bilotti Ruggi d’Aragona. Un percorso che intreccia epoche e linguaggi, dove la piccola plastica etrusca in bronzo di età ellenistica dialoga con alcuni capolavori della scultura contemporanea, in particolare con opere bronzee futuriste provenienti dalla sezione di Arte contemporanea. "Due interpreti privilegiati, Severini e l’artista etrusco, incarnano l’antico e il contemporaneo – sottolineano i curatori – invitando il visitatore a entrare in un racconto eterno fatto di memoria e di bellezza".
La scelta di ospitare a Vetulonia questo confronto non è casuale. Il MuVet da anni propone un approccio innovativo alla fruizione del patrimonio, capace di mettere in relazione l’eredità etrusca con l’arte moderna. L’accostamento tra il Culsans, divinità legata alla soglia e al passaggio, e il Giano di Severini, maestro del Futurismo e interprete del dinamismo novecentesco, diventa così occasione per riflettere sulla continuità dei linguaggi artistici e dell’arte come ponte tra epoche diverse.
La.Lu.