LUCA AMODIO
Cronaca

“Sta bene, può tornare a casa”, ma ha un’emorragia cerebrale

Prima l’ecografia e il ritorno a casa, poi la nuova corsa in ambulanza e il ricovero urgente al San Donato. L’Asl: “Due accessi distinti, non c’è nesso”. “Valutiamo un esposto”, annuncia il legale della famiglia

Prima l’ecografia e il ritorno a casa, poi la nuova corsa in ambulanza e il ricovero urgente al San Donato

Prima l’ecografia e il ritorno a casa, poi la nuova corsa in ambulanza e il ricovero urgente al San Donato

Arezzo, 19 settembre 2025 – «All’ospedale della Fratta è stata dimessa dopo un’ora, dopo poco al San Donato le hanno diagnosticato un’emorragia cerebrale: com’è possibile?». Lo racconta il genero su facebook ma la vicenda potrebbe anche arrivare presto in tribunale perché l’avvocato della paziente, ora ricoverata ad Arezzo, sta già raccogliendo tutti i documenti medici sull’accaduto: «Stiamo valutando un esposto in procura per far luce su quello che è accaduto, la situazione in fase della diagnosi potrebbe esser stata sottovalutata», spiega il legale Paolo Melcantini.

«La presa in carico è stata frettolosa e sbagliata?» E’ il dubbio della famiglia, in angoscia per la propria cara, una signora di 93 anni. L’Asl spiega che si è trattato di due accessi scollegati l’uno dall’altro, il primo per un dolore addominale; il secondo per altri sintomi, che hanno portato poi al ricovero. «Non c’è alcun nesso», la risposta dell’azienda sanitaria.

I fatti. E’ martedì mattina. La signora fa accesso al pronto soccorso dopo la chiamata al 118. La diagnosi - si legge sul referto - avviene in «regime di urgenza, in paziente involontariamente non collaborante». «Proprio per questo gli esami dovevano essere più approfonditi: il dolore addominale è stato ritenuto esistente dai sanitari per il semplice fatto che la signora stessa rimettendo, dal momento che lei per il suo quadro clinico era semi-incosciente e non parlava», sottolinea l’avvocato.

Fino a poche ore prima la signora era sull’orto: nonostante l’età era autosufficiente e piena di energia, ci raccontano. Poi i sintomi, vomito, giramento di testa e la chiamata al 118. L’accesso all’ospedale della Fratta è alle 8,23, dopo un paio di ore, verso le 10, ecco le dimissioni dopo un’ecografia addominale che non evidenzia nulla di particolarmente critico. «E’ tornata a casa ma continuava a stare male, non potevamo lasciarla in quelle condizioni. Appena arrivata l’ambulanza ne abbiamo subito chiamata un’altra, il tutto in pochi minuti, mia suocera non voleva nemmeno farla scendere dal primo mezzo».

Poi il secondo ingresso in pronto soccorso, stavolta ad Arezzo. Da qui l’altra diagnosi, diversa dalla prima: «Hanno scoperto un’emorragia cerebrale, i medici si sono stupiti». Al momento la donna è ancora ricoverata. Lo sfogo è arrivato prima su facebook e poi al proprio avvocato. L’avvocato Melcantini si è messo al lavoro, ha raccolto tutto il materiale e adesso sta valutando il da farsi: «I fatti evidenziano alcune lacune ed accertamenti che non sono stati eseguiti su una paziente anziana che era arrivata, ed è stata dimessa, in gravi condizioni. Come è possibile che solo poche ore dopo si è arrivati ad un’altra diagnosi ben più grave? Perché il quadro clinico non è stato approfondito fin da subito dagli altri medici?».

Domande che potrebbero diventare il cuore di un procedimento qualora la procura decidesse di approfondire se scattasse una querela. Per il momento sono solo quesiti che tormentano la famiglia che per adesso spera solo di abbracciare quanto prima la nonna di casa.